Bruxelles – “Abbiamo vinto una battaglia, ma la guerra è ancora in corso”. Prende in prestito una metafora dal linguaggio bellico Rosanna Conte, deputata europea per la Lega, per descrivere lo stato dell’arte del dibattito sul sistema di etichettatura con i valori nutrizionali armonizzati in tutta l’Ue. Ieri (21 marzo) al Parlamento europeo di Bruxelles si è tenuta la conferenza “Etichettatura delle confezioni: una riforma in tre mosse“, organizzata dagli istituti Competere e Esperia. Informare i cittadini, garantire la stabilità della filiera, preservare le diversità regionali, ecco i tre punti cardine.
All’evento, oltre a Sossio Chierego (Esperia) e Pietro Paganini (Competere), hanno partecipato gli eurodeputati Salvatore De Meo di Forza Italia e Rosanna Conte. Il presupposto di partenza, condiviso dai relatori, è stato la “preoccupazione che alcune delle proposte attualmente all’esame della Commissione europea possano non raggiungere l’obiettivo di migliorare la salute dei cittadini europei”. La proposta al centro delle critiche è quella del Nutriscore, il sistema francese di etichettatura nutrizionale a colori da apporre sulla parte anteriore della confezione dei prodotti, su cui è in corso una valutazione d’impatto da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa).
Per Chierego la proposta ha il solo merito di partire da un’urgenza reale, quella di “semplificare” le scelte dei consumatori: il Nutriscore combina colori e lettere grazie a un algoritmo sviluppato da un team di ricerca francese sull’epidemiologia nutrizionale, che mette in relazione le proprietà positive dei cibi o dei prodotti (contenuto di proteine, fibre e frutta, verdura, noci) e le proprietà negative (contenuto di energia, zuccheri, grassi saturi, sodio (parte del sale da cucina) per arrivare a un punteggio compreso tra -15 (scelta migliore) e +40 (il peggior malsano). Questo si traduce in un bollino basato su una scala di 5 colori dal verde scuro all’arancione scuro, associato a lettere che vanno dalla A alla E.
Gli Stati membri dell’Ue si sono divisi sul sistema che la Francia utilizza già dal 2017: da un lato, una coalizione di almeno 7 Paesi, ovvero Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna e Svizzera, che negli anni scorsi ha promosso l’istituzione di un meccanismo di coordinamento al livello comunitario per facilitare l’adozione del Nutriscore, dall’altro una coalizione guidata dall’Italia, che comprende Paesi come Repubblica Ceca, Grecia e Romania. Per l’Europa meridionale la posta in gioco è ancora più alta visto che diversi prodotti mediterranei come l’olio d’oliva, il parmigiano o il prosciutto vengono penalizzati con un colore che rispecchia un voto basso, come ‘C’ o ‘D’.
“Non possiamo ammettere che il consumatore venga fuorviato e condizionato da un’informazione completamente assurda, a causa dell’illogicità su cui lavora l’algoritmo del Nutriscore”, ha dichiarato De Meo. Che sottolinea il successo per “aver posticipato a data da destinarsi la scelta” sull’adozione di un sistema armonizzato. Ormai più di tre anni fa, l’Italia ha presentato a Bruxelles la sua alternativa, il ‘Nutrinform Battery’, un sistema che si presenta come una batteria, che indica il valore nutrizionale di un prodotto in relazione all’apporto nutrizionale giornaliero raccomandato per quel determinato alimento.
“Ci sono sicuramente altri modelli”, ha ammesso De Meo, “anche se a mio avviso non esiste un’etichetta che possa raggiungere il risultato di indicare al consumatore se quell’alimento fa bene o male alla salute”. Per Conte il Nutrinform Battery va ripreso e rielaborato dal governo in una nuova proposta, “approfondendolo con ricerche scientifiche e motivandolo dal punto di vista del Ministero della salute”.