colonna sonora: Azymuth – Jazz Carnival
– Buonasera a tutti, siamo qui collegati da sei ore di fronte alla casa della suocera del pazzo che ha preso a picconate la comitiva di invalidi e poi ha violentato le sedie a rotelle. Con la telecamera a sondino siamo riusciti a spiare nella finestra del vicino e possiamo mandare il contributo di lui che si beve un caffè e poi corre a fare la cacca… Ma aspettate, sta passando un cane randagio, sentiamo prima se ha qualcosa da dirci…
Le notizie, se così si possono chiamare, ormai ci vengono bombardate in tempo reale. Qualcuno ha deciso che c’era l’esigenza di sapere quello che succede altrove nel momento esatto in cui accade. Il telespettatore non può mai distrarsi dalla TV perché potrebbe perdersi l’attimo in cui arriva il ministro a parlare di spread, stabilità e crescita, o magari un “vaffanculo” di Beppe Grillo o il dettaglio della guardia che difende l’ordine pubblico manganellando una pensionata.
Il telespettatore non sa cosa sia lo spread o perché la pensionata stesse manifestando, ma ha la possibilità di vedere che quelle cose stanno accadendo in quel preciso momento. Proprio mentre sta svaligiando l’appartamento dei signori Jacovacci in vacanza, perché ha perso il lavoro, la moglie è cassaintegrata e il terzo figlio s’è ammalato (Fuori Tema è famosa nell’universo giornalistico per gli esempi di nicchia).
Detto da uno che per mestiere fa – anche – le dirette (secondo alcuni dalla parte sbagliata della telecamera, ma pure queste sono valutazioni di nicchia), conosciuto in tutta Italia per la famosa “diretta a posteriori” del G8 da L’Aquila può sembrare che stia sputando nel piatto in cui mangio (che poi se ci pensi finché lo sputo è tuo va pure bene, il problema sorge quando è di qualcun altro, ma come al solito state divagando).
È un discorso controverso, che andrebbe intrapreso da qualcuno che ha studiato, cosa che ho sempre lasciato fare agli altri.
Innanzitutto si deve distinguere tra una notizia vera e l’accanimento perverso su un sanguinolento fatto di cronaca, preferibilmente a sfondo sessuale, quelli in cui c’è il solito vicino che dice “era una persona tranquilla, salutava sempre”, come se al giorno d’oggi nelle nostre case bunker esistessero rapporti con i vicini che vadano oltre il buongiorno, i discorsi metereologici da ascensore e gli sguardi furtivi nella scollatura della signora del terzo piano. Quella dell’interno 7, che quell’altra è brutta.
In secondo luogo, se si tratta di un collegamento durante un edizione del TG, col giornalista che racconta un evento dal luogo in cui questo avviene, ha un senso (e anche qui: se l’evento dura dieci ore, dopo la seconda ora e prima della decima, il senso si perde), se invece si tratta di mandare semplicemente in onda una conferenza, un raddrizzamento di una nave da crociera, uno sbarco di disperati che fuggono da paesi devastati per trovare rifugio nel paese di Salvini e Giovanardi, non riesco più a vederlo (a parte che il senso di Giovanardi e Salvini è praticamente impossibile da trovare).
Ma perché la realtà in tempo reale su un monitor è diventata così ossessivamente importante, quasi più della realtà stessa? Arriveremo ad un omicidio in diretta con l’assassino che guarda il telefonino per seguire la diretta di se stesso.
Mi ricordo quando andavo in ufficio da mammà da bambino, lei verso le 11 si prendeva un caffè e sfogliava il giornale, per un quarto d’ora più o meno, poi tornava a lavorare. Non c’era internet, non c’erano i mezzi per fare le dirette da ovunque (che tra qualche anno si scopriranno essere più cancerogeni dell’amianto, ma intanto sfruttiamoli al massimo) e soprattutto si lavorava. Mia mamma chiudeva il giornale, si guadagnava il suo stipendio, poi tornava a casa e la sera alle 20:00 si guardava il TG.
Ecco, io mi chiedo: le dirette continue, in tv o sui siti, a chi sono rivolte?
Facciamo vite sempre più frenetiche, non esistono più gli orari di lavoro (nemmeno i diritti e nemmeno il lavoro, ma state andando ancora Fuori Tema), in giro si vede solo gente che parla al telefono o scrive al telefono o si fa i selfie al telefono, correndo da una parte all’altra; si lavora sui treni, sugli aerei, nei bar grazie ai camputer… Ma chi è che ha il tempo per mettersi a guardare il raddrizzamento di una nave da crociera?
Capisco le partite, l’atterraggio su Marte o ancor di più una partita su Marte. Ma ormai è tutto in diretta, sempre, ovunque. Chi sono gli spettatori? Perché non lavorano? E soprattutto perché sono così interessati a viversi un momento lontano attraverso uno schermo invece di godersi la loro realtà? Il Grande Fratello si mischia con l’informazione e l’informazione si mischia con la realtà e la realtà diventa cronaca e quindi fa notizia.
Stiamo finendo in un vortice senza fondo in cui il progresso ci avvicina sempre più al futuro, ma è un futuro che era stato già previsto nel passato ed invece di essere uno spauracchio è finito per diventare il fine da raggiungere. E’ un futuro antico, artificiale, basato su un benessere effimero per noi e sempre maggiore per le grandi aziende.
E’ una banalità, è vero. Sembra un discorso da autobus, solo che quando ci si allontana dalle banalità e dai luoghi comuni (che si chiamano così proprio perché sono luoghi progettati per ospitare tantissime persone e farle sentire sicure) per avventurarsi non verso la curiosità e la novità, ma verso un sensazionalismo fine a sé stesso, è come cominciare a correre a perdifiato verso una strada che non sai dove porta, forse un bellissimo parco naturale, forse uno strapiombo tipo quelli di Willy Coyote, è anche bello prendersi il rischio. Ma ci sono tante aree di sosta per fare picnic, i belvedere per ammirare il tramonto sulla vallata, le bancarelle dei prodotti locali direttamente dal contadino, un campo di lattuga e un biondo tartarugo.
Riflettiamo su dove stiamo correndo, se davvero stiamo seguendo una direzione o corriamo sul posto su un tapis roulant per rassodare i glutei in vista della prova costume.
Insomma, ammetto di essermi perso un po’ per strada. Inizio spesso con un concetto in testa ma poi si mischiano i pensieri, si aggiungono idee e diventa tutto un casino, perché alla fine pure Fuori Tema è scritto in diretta ed il suo autore ha decisamente bisogno di una vacanza.
Spero di essere riuscito un minimo a far capire quello che il cervello provava a dirmi, l’importante è che non perdiamo di vista la realtà, la nostra realtà, quella fuori da qualsiasi monitor, a meno che non si tratti di una videochat sexy con un’amante lontana.
Buon uichénd a chi spegne la TV e si gode la diretta del sole che tramonta, perché tanto ha messo a registrare la sua serie preferita.