Bruxelles – Una cinquantina di follow-up su 15 nuclei tematici messi in evidenza nel corso dell’ultimo Consiglio Europeo straordinario in materia di politiche migratorie. A due giorni dal prossimo vertice dei leader Ue la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, si è rivolta direttamente ai 27 capi di Stato e di governo con una lettera di aggiornamento sulle misure e azioni messe sul tavolo dall’esecutivo comunitario, su cui si dovranno concentrare le discussioni per cercare un approccio comune a livello europeo nella gestione della migrazione. Ferma restando la priorità dei progressi sul Patto migrazione e asilo del 2020, quando manca poco più di un anno dalla fine della legislatura.
“Nella riunione straordinaria del Consiglio Europeo del mese scorso, abbiamo concordato di rafforzare e accelerare il nostro lavoro con una serie ambiziosa di misure operative sulla migrazione e sulla gestione delle frontiere“, esordisce la lettera di von der Leyen, consegnata ieri sera (20 marzo) ai leader Ue. Non sfugge il riferimento alla “terribile perdita di vite umane” nel naufragio al largo delle coste di Cutro del 26 febbraio, anche se solamente come monito per “l’urgenza di agire” seguendo “un approccio europeo ed equilibrato”. Le linee d’azione tracciate dalla numero uno della Commissione sono riassumibili in “frontiere esterne efficaci, collaborazione con i partner per prevenire le partenze irregolari e rompere il modello di business delle reti di contrabbando, sostegno a chi ha bisogno di protezione internazionale, offerta di percorsi legali sicuri e alternativi e rimpatrio di chi non ha diritto di rimanere”. Come emerge dalla bozza delle conclusioni del Consiglio Ue non è previsto un capitolo specifico sulla migrazione (fatta eccezione per un richiamo esplicito alla necessità di “compiere rapidi progressi su tutti i punti concordati”), ma von der Leyen specifica che le discussioni sulla competitività serviranno anche a “facilitare l’accesso al mercato del lavoro dei cittadini di Paesi terzi, attraverso il riconoscimento delle competenze e delle qualifiche”.
L’aggiornamento di von der Leyen ai leader Ue
Le aree di “intervento immediato” sono principalmente quattro: rafforzamento delle frontiere esterne, procedure di frontiera e rimpatri accelerati, gestione dei movimenti secondari, collaborazione con i partner per la prevenzione delle partenze e l’accelerazione dei rimpatri. “Nell’arco di un solo mese sono già stati compiuti progressi in tutte queste aree“, ha voluto sottolineare von der Leyen, aprendo la disamina dell’azione dell’esecutivo comunitario da parte dei leader Ue.
Sul piano della gestione delle frontiere esterne, il gabinetto von der Leyen rivendica il “nuovo approccio strategico per i prossimi cinque anni” presentato martedì scorso (14 marzo) e lo stanziamento “a breve” di 600 milioni di euro per le attrezzature tecnologiche di confine, con un focus specifico sul confine tra Bulgaria e Turchia da concludere entro la fine di marzo. Ai Paesi dei Balcani Occidentali è stato fornito un nuovo pacchetto da 40 milioni di euro per acquistare “attrezzature moderne” ed è proseguito il lavoro di cooperazione con Frontex: da metà aprile sarà dispiegato un corpo permanente in Macedonia del Nord, è prevista una consultazione con i Ventisette sui negoziati tecnici con Montenegro e Albania e lo stesso si vuole fare con Serbia e Bosnia ed Erzegovina. Per quanto riguarda la ricerca e soccorso in mare – nonostante le responsabilità nella carenza di cooperazione che hanno portato al naufragio nel Mediterraneo del 12 marzo – la Commissione Ue continua a puntare sulla consegna di motovedette alla Libia, con altre due in arrivo “nelle prossime settimane”. Sarà anche rafforzata la fornitura di attrezzature radar a una Tunisia a rischio collasso, di droni e sistemi elettro-ottici all’Egitto e con un pacchetto da 220 milioni di euro per la Turchia.
Nel capitolo procedure di frontiera e rimpatri la presidente von der Leyen ha ricordato l’accordo con la Romania per un progetto pilota in cooperazione con la Serbia e quello della Bulgaria con i Paesi confinanti (Serbia, Macedonia del Nord, Turchia). Rimane comunque centrale la raccomandazione della Commissione sul riconoscimento reciproco delle decisioni di rimpatrio da parte dei Paesi membri Ue e il lancio del nuovo Sistema d’informazione Schengen lo scorso 7 marzo. Sono poi in corso i negoziati sulle disposizioni relative ai Paesi terzi e a quelli di origine sicuri, con un documento di orientamento in corso di preparazione dall’Agenzia Ue per l’Asilo.
Per quanto riguarda la gestione dei movimenti secondari all’interno dell’Unione, sono state raccolte le informazioni sull’accoglienza e la detenzione delle persone richiedenti asilo, e la presidente von der Leyen ha aggiornato sul numero di trasferimenti attraverso il Meccanismo volontario di solidarietà: dei 524 finora effettuati, sono 397 i trasferimenti di persone migrati dall’Italia (oltre a 111 da Cipro, 34 dalla Spagna e 16 da Malta) in Germania, Francia, Croazia, Romania e Lussemburgo. Entro la fine di maggio la Commissione Ue organizzerà incontri bilaterali con tutti gli Stati membri interessati per “individuare e risolvere” le lacune nell’attuazione del sistema di Dublino (il Regolamento di Dublino del 2013 stabilisce che il compito di esaminare la richiesta di asilo di una persona che fa ingresso in modo irregolare sul territorio comunitario spetta al primo Stato a cui accede). Sarà fornito anche un nuovo sostegno di 200 milioni di euro ai Ventisette per l’assistenza in materia di accoglienza, “affrontando problemi-chiave come l’accoglienza dei minori non accompagnati”.
L’ultimo aspetto evidenziato nella lettera della presidente von der Leyen è quello della collaborazione con i Paesi terzi per prevenire le partenze e accelerare i rimpatri, in particolare con sei partner: Bangladesh, Pakistan, Marocco, Tunisia (dove si recherà il commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni, il prossimo 26-27 marzo), Egitto e Nigeria. La Commissione Ue sta lavorando su partenariati anti-contrabbando con Niger, Marocco, Egitto, Tunisia e i Paesi dei Balcani Occidentali, su accordi tra Frontex e Niger, Senegal e Mauritania, e su incontri di sensibilizzazione con le compagnie aeree interessate. Tra le altre azioni del gabinetto von der Leyen è previsto un finanziamento di almeno 480 milioni di euro per il reinsediamento e l’ammissione umanitaria per il periodo 2023-2025 (un Forum di alto livello si terrà a maggio), entro giugno un’iniziativa sul riconoscimento delle qualifiche dei cittadini di Paesi terzi e in autunno arriverà la nuova proposta sull’Eu Talent Pool.