Le nuove sanzioni imposte da Unione europea e Stati Uniti mandano Mosca su tutte le furie. La Russia “non tollererà il ricatto delle sanzioni Usa e si riserva il diritto a misure di ritorsione”, minaccia in una nota ufficiale il ministero degli esteri russo, all’indomani della decisione americana di colpire anche gruppi energetici come il colosso Rosneft, il secondo produttore di gas, Novatek e la terza banca del paese Gazprombank. Ma nei confronti dell’Europa gli animi non sono più distesi: Mosca si dice “delusa” dal fatto che “l’Unione europea, in contraddizione con i propri interessi, ha ceduto al ricatto dell’amministrazione americana e ha seguito il percorso delle sanzioni contro la Russia”. Questa scelta, avvisa il premier russo, Dmitri Medvedev, potrebbe “riportare agli anni Ottanta” le relazioni tra Mosce e l’occidente e “alimentare i sentimenti anti americani e anti europei”. La Russia, avverte anche Medvedev potrebbe prendere “misure di risposta contro individui e compagnie straniere”.
L’Unione europea ancora non ha stilato una lista precisa delle nuove persone ed entità da sanzionare, ma ha significativamente esteso i criteri per le misure punitive, così da potere colpire più da vicino gli interessi economici russi. In particolare le sanzioni saranno estese alle “entità che sostengono materialmente o finanziariamente le azioni che minacciano o minano la sovranità dell’Ucraina, la sua integrità territoriale e la sua indipendenza”. E ancora “sulle persone o entità che forniscono attivamente sostegno materiale o finanziario ai decisori politici russi responsabili dell’annessione della Crimea o della destabilizzazione dell’Ucraina orientale”. Il Consiglio europeo ha anche chiesto alla Bei (la Banca europea per gli investimenti) di sospendere la firma di nuove operazioni di finanziamento nella Federazione russa. L’elenco di nuove persone sanzionate sarà stilato, hanno stabilito i capi di Stato e di governo, entro la fine del mese di luglio.
Un nuovo fronte di tensione tra Mosca e occidente, intanto, si è aperto sul caso della giovane pilota ucraina Nadiya Savchenko, detenuta in Russia. Secondo Kiev la ragazza (abbastanza nota in patria, dove non sono molte le donne pilota) è stata rapita dai separatisti nell’est dell’Ucraina e trasferita illegalmente in Russia dove si trova tutt’ora, accusata di avere partecipato all’uccisione di due giornalisti russi. Opposta la versione di Mosca, secondo cui sarebbe stata la stessa pilota ad entrare illegalmente in territorio russo, travestita da rifugiata. Ma l’Unione europea sposa la tesi ucraina e si dice “preoccupata dal trasferimento in territorio russo e dalla conseguente carcerazione” di Savchenko. Questo, recita una nota del portavoce dell’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Catherine Ashton “solleva questioni sul rispetto da parte della Russia dei suoi obblighi internazionali”. L’Ue, continua il comunicato, “chiede alla Russia di rispettare i suoi obblighi come Stato membro del Consiglio d’Europa e parte della convenzione europea sui diritti umani”.