Bruxelles – Una prima volta assoluta e un rafforzamento di obiettivi che rischiano di diventare obsoleti con il passare del tempo. Nella stessa giornata (10 marzo) la Commissione Europea e l’alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, hanno presentato una Strategia per lo spazio e un aggiornamento della Strategia sulla sicurezza marittima, che dovranno aiutare i Ventisette e le istituzioni comunitarie ad affrontare le sfide del futuro sul piano della sicurezza e della difesa.
Per quanto riguarda la prima Strategia per lo spazio dell’Unione Europea, il lavoro dell’esecutivo comunitario si basa sull’attuazione della Bussola strategica adottata lo scorso anno, che definisce lo spazio come uno dei domini strategici contesi e da mettere in sicurezza: “I sistemi e i servizi spaziali nell’Ue sono fondamentali per il funzionamento della nostra società e dell’economia, per la sicurezza e la difesa”, sottolinea l’esecutivo comunitario, che richiama alla necessità di una definizione comune del dominio spaziale e delle minacce per le infrastrutture dei Ventisette. Il primo obiettivo della Strategia per lo spazio è di mettere sulla carta azioni per rafforzare la resilienza e la protezione dei sistemi e dei servizi spaziali nell’Ue, a partire dalla possibilità di presentare una legislazione comunitaria sullo spazio e di creare un Centro di condivisione e analisi delle informazioni (Isac) per “sensibilizzare e facilitare lo scambio di buone pratiche tra gli enti commerciali e pubblici”.
Parallelamente al lavoro sulla riduzione delle dipendenze strategiche dell’Ue in campo tecnologico, a Bruxelles si dovrà trovare un modo per rispondere alle minacce nello spazio. Tra le misure concrete identificate dalla Strategia compare l’estensione del meccanismo di risposta, al momento utilizzato per la protezione del sistema satellitare Galileo, la migliore identificazione degli oggetti spaziali attraverso i comandi nazionali ed esercitazioni congiunte con i partner degli Stati Uniti e della Nato. La base rimane comunque quella di considerare le esigenze della difesa “quando si prepara l’evoluzione dei programmi spaziali dell’Ue”. In questo senso a Bruxelles si prevede di avviare due progetti pilota di test: uno per la fornitura di servizi iniziali di conoscenza dello spazio, un altro per il nuovo servizio governativo di osservazione della Terra, come parte dell’evoluzione del programma satellitare Copernicus.
Oltre lo spazio, la Strategia marittima rafforzata
Ma lo spazio da considerare per le esigenze di sicurezza e difesa è anche quello marittimo, come evidenziato dall’aggiornamento della Strategia del 2014. La considerazione di partenza è che “la sicurezza marittima è vitale per l’Unione Europea e i suoi Stati membri”, a partire dall’economia: “Oltre l’80 per cento del commercio mondiale avviene via mare e circa due terzi del petrolio e del gas mondiale sono estratti o trasportati via mare“. A cui si aggiunge il “99 per cento dei flussi di dati globali trasmessi attraverso cavi sottomarini“. Ecco perché “il dominio marittimo globale deve essere sicuro per liberare il pieno potenziale degli oceani e dell’economia blu sostenibile”, precisa la Commissione, sottolineando le nuove minacce da affrontare: “La crescente competizione geopolitica, il cambiamento climatico e il degrado dell’ambiente marino, gli attacchi ibridi e informatici”, che si affiancano a quelli ormai tradizionali della “pirateria, rapine a mano armata in mare, traffico di esseri umani, armi e narcotici, terrorismo”.
La Strategia aggiornata per la sicurezza marittima prevede un piano d’azione basato su sei obiettivi strategici. In primis le operazioni di esercitazione navale e di guardia costiera nei bacini marittimi europei, con la designazione di nuove aree di interesse per la presenza coordinata. In secondo luogo una migliore cooperazione Ue-Nato per sostenere la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare. La terza azione prevede il rafforzamento dello scambio di informazioni in modo sicuro tra navi pattuglia costiere e offshore. Per la gestione di rischi (come ordigni inesplosi e mine navali) e di minacce fisiche e informatiche sarà necessario implementare le esercitazioni con attori civili e militari. Focus anche sullo sviluppo di requisiti comuni per le tecnologie di difesa e antisommergibile, tra cui il progetto European Patrol Corvette per la nuova classe di navi da guerra. Ultimo punto sulla formazione dei civili in materia di sicurezza ibrida e cibernetica.