Bruxelles – Un assorbente per il commissario Ue per gli Affari economici, Paolo Gentiloni. Con su scritto, appositamente in colore rosso, “Iva allo zero per cento”.
L’azione di Alessandra Mussolini, eurodeputata di Forza Italia, nella Giornata internazionale della donna, non lascia spazio a interpretazioni: “Le donne consumano nell’arco della loro età fertile, che sono 40 anni, fino a 14 mila assorbenti: ora basta, Iva allo zero per cento in tutta l’Unione europea“, ha dichiarato Mussolini al Parlamento europeo, prima di recarsi a Palazzo Berlaymont, sede della Commissione Ue, e consegnare di persona a Gentiloni l’assorbente, augurandogli un “buon 8 marzo”.
Se è vero che una parte dell’Iva è composta da un’aliquota i cui proventi vengono trasferiti a Bruxelles, d’altra parte è vero anche che le decisioni sull’Iva sono di competenza nazionale, e che poco può fare il commissario Ue per gli Affari economici per imporre l’eliminazione della cosiddetta Tampon tax. Più che a Gentiloni, forse Mussolini avrebbe dovuto consegnare l’assorbente alla premier Giorgia Meloni. In Italia, l’Iva sugli assorbenti era già stata ridotta l’anno scorso dal 22 al 10 per cento dal governo Draghi, ma il governo Meloni, con l’ultima legge di bilancio, l’ha ulteriormente abbassata al 5 per cento. Ma per la deputata europea di Forza Italia “è ancora alta”. A supporto, Mussolini ha ricordato le diverse risoluzioni del Parlamento europeo sull’argomento: l’ultima risale al 3 luglio 2021, in cui i deputati chiedevano ai Paesi Ue di “eliminare la tassa sui prodotti per l’igiene femminile, avvalendosi della flessibilità introdotta dalla direttiva Ue sull’Iva e applicando esenzioni o aliquote Iva allo zero per cento su questi beni essenziali”.
L’Iva sugli assorbenti nei Paesi Ue e nel mondo
Da quando nel 2007 l’Unione europea ha autorizzato gli Stati membri a ridurre al minimo l’iva sugli assorbenti e i prodotti igienici femminili, molti governi Ue sono intervenuti: nel 2015 la Francia modificò l’Iva dal 20 al 5,5 per cento, tra il 2019 e il 2020 la Polonia, la Repubblica Ceca e la Lituania l’hanno ridotta fino al 5 per cento, così come la Germania, che l’ha abbassata dal 19 al 7 per cento, il Lussemburgo, dove attualmente la tassa è al 3%, e la Spagna, che l’ha fissata al 4 per cento. Al di fuori dell’Unione, il Regno Unito ha eliminato l’imposta sui prodotti sanitari femminili nel 2020, così come già fatto in Irlanda, in Canada, in Australia e in diversi Paesi africani e dell’America latina. Meglio ancora ha fatto la Scozia, che nel novembre del 2020 ha approvato il primo provvedimento di legge al mondo che prevede l’accesso gratuito agli assorbenti.
Non c’è solo l’abolizione della Tampon tax tra le richieste della delegazione di Forza Italia: Mussolini chiede “una riflessione sul congedo mestruale“, sull’esempio della Spagna, che da dicembre ha deciso di riconoscere un congedo di tre giorni al mese per le donne che hanno mestruazioni dolorose e invalidanti. E la proposta di lavorare a un “pacchetto donna”, che affronti le difficoltà che ogni donna sperimenta durante la gravidanza, l’allattamento e la menopausa.