Bruxelles – Quando mancano poco più di due settimane al vertice dei leader Ue in cui il tema della gestione della migrazione tornerà sul tavolo del Consiglio, si intensifica lo scambio di vedute tra Roma e Bruxelles, su impulso della premier italiana, Giorgia Meloni, e della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. “Condivido pienamente la sua opinione che come europei, politici e cittadini abbiamo il dovere morale di agire per evitare tragedie simili, che purtroppo si verificano troppo spesso”, è la risposta della numero uno dell’esecutivo comunitario alla lettera inviata dalla capa di governo italiana mercoledì scorso (primo marzo) ai leader delle istituzioni Ue dopo il naufragio di Cutro, in Calabria.
L’ennesima tragedia che ha causato la morte di almeno 72 persone – di cui 18 minori – e su cui è in corso un duro scontro tra l’agenzia Ue Frontex e il governo italiano sulle responsabilità di segnalazione dell’imbarcazione, “deve servire da richiamo per raddoppiare la nostra determinazione a trovare soluzioni efficaci e durature“, ha esortato la presidente von der Leyen rivolgendosi a Meloni, ribadendo il concetto su cui le due leader si trovano d’accordo: “È chiaro che la migrazione è una sfida europea che richiede una soluzione europea”. Mentre prosegue il lavoro per adottare un quadro legislativo comune – ovvero il Patto migrazione e asilo presentato nel settembre 2020 – per il Berlaymont è prioritario un approccio “olistico” nella gestione della migrazione: “Accogliere coloro che necessitano di protezione internazionale, prevenire le partenze irregolari, combattere le reti criminali di contrabbando, offrire percorsi per una migrazione sicura e legale e rimpatriare coloro che non hanno diritto di rimanere”.
Niente di nuovo, se si ricordano i quattro pilastri definiti da von der Leyen alla vigilia dell’ultimo Consiglio Europeo straordinario o le “misure operative immediate” tracciate dalla stessa presidente della Commissione al vertice dei leader Ue di febbraio. Ma la rassicurazione a Meloni riguarda “la reazione e, in particolare, l’impegno dimostrato dall’Italia a lavorare in stretta collaborazione“, anche a proposito dell’impegno personale a “fare il punto della situazione sui lavori in corso al prossimo Consiglio Europeo di marzo”, in cui è stato inserito anche il punto specifico sulla migrazione: “Il sostegno e i contributi degli Stati membri, compresa l’Italia, sono molto apprezzati, solo così potremo garantire che la nostra azione faccia davvero la differenza sul campo”.
Il contenuto della lettera di von der Leyen a Meloni
Tra le “aree di intervento più rilevanti” da parte della Commissione – “anche sulla base del Piano d’azione per il Mediterraneo centrale attualmente in corso” – la presidente von der Leyen ne ha puntualizzate tre. “Dobbiamo coordinare le nostre azioni con i partner principali per prevenire le partenze irregolari e salvare vite in mare”, è il primo punto della lettera indirizzata alla premier Meloni, con un riferimento ai Paesi del Nord Africa, tra cui Egitto, Libia e Tunisia. “Nell’ambito della nostra programmazione dei fondi Ue quest’anno daremo ancora una volta priorità a questo lavoro, con particolare attenzione alla Tunisia e all’Egitto“, ha anticipato la numero uno dell’esecutivo Ue, a cui aggiunge “un ulteriore sostegno alle capacità di gestione delle frontiere marittime e di ricerca e soccorso della Libia”.
Il secondo punto in agenda riguarda gli “sforzi su coloro che necessitano di protezione internazionale, offrendo loro alternative reali al fatto di mettere il loro destino nelle mani dei criminali”. In questo senso da Bruxelles dovrebbe arrivare “almeno mezzo miliardo di euro di finanziamenti per il reinsediamento e i corridoi umanitari fino al 2025, offrendo sostegno per il reinsediamento di circa 50 mila persone”. La priorità sono i “percorsi sicuri e legali dalla Libia e dal Niger” e l’implementazione di nuovi accordi di cooperazioni anti-tratta con Tunisia ed Egitto, sulla base di quelli esistenti con Niger e Marocco: “Questi partenariati mirano a rafforzare i quadri giuridici, politici, operativi e strategici nei Paesi partner in risposta al traffico di migranti e ad aumentare la titolarità, l’impatto e la sostenibilità a lungo termine dei loro sforzi in modo strutturato”.
Ultima questione, quella dell’approccio “più coordinato” per le operazioni di ricerca e al salvataggio in mare, uno dei punti su cui più sta insistendo il governo Meloni. A questo proposito la Commissione Ue “ha rilanciato il Gruppo di contatto europeo sulla ricerca e il salvataggio“, con l’obiettivo di “promuovere la cooperazione e il coordinamento tra le autorità nazionali”. La presidente von der Leyen si dice “lieta di apprendere del forte impegno dell’Italia”, in attesa delle prossime discussioni per “istituire un quadro di cooperazione rafforzata per la ricerca e il salvataggio tra gli Stati costieri e di bandiera interessati”.