Bruxelles – Acquisti congiunti di gas per conto di 22 Stati membri dell’Ue e per volumi che vanno oltre 17 miliardi di metri cubi. Bruxelles porta avanti il lavoro per rendere operativa la piattaforma energetica dell’Ue, con l’obiettivo di arrivare entro la prossima estate a chiudere i primi acquisti comuni, anche a lungo termine, con i fornitori che reputa affidabili, come Stati Uniti e Norvegia. Ci sono almeno 22 Stati membri che hanno espresso l’interesse a Bruxelles a partecipare agli acquisti comuni di gas, per volumi pari a oltre 17 miliardi di metri cubi di gas per i prossimi tre anni, a cui dovrebbero aggiungersi circa 4 miliardi di metri cubi di domanda di gas richiesta da Moldavia, Ucraina e Serbia, ovvero i Paesi extra Ue invitati a partecipare alla piattaforma per gli acquisti comuni.
LLe cifre sono ancora in corso di definizione, la Commissione europea ancora non si sbilancia su quali siano i 22 Stati membri in questione sperando, riferiscono fonti di Bruxelles, che si convincano anche gli altri nelle prossime settimane. A riferire dati e numeri è il vicepresidente della Commissione Maroš Šefčovič, in una conferenza stampa a Bruxelles dopo aver presieduto la seconda riunione del comitato direttivo della piattaforma energetica dell’Ue sull’acquisto congiunto di gas. “Ho incoraggiato i cinque Stati membri rimanenti a notificare quanto prima i loro volumi”, ha detto il vicepresidente incaricato da von der Leyen di gestire la piattaforma per l’energia comune.
While trading energy is first and foremost a matter of business, for us the #EUEnergyPlatform also has a political dimension. It shows again how European players can pull together in a time of crisis. pic.twitter.com/zDrLXIXBYj
— Maroš Šefčovič🇪🇺 (@MarosSefcovic) March 2, 2023
Oggi dovrebbe occuparsi dei volumi di gas per riempire le riserve, domani Bruxelles punta anche sulle forniture comuni di gas naturale liquefatto e poi idrogeno. Ma tutto dipenderà da come andrà l’esperimento. “Alla fine di questo mese, il fornitore di servizi selezionato dalla Commissione a gennaio (Prisma) ci aiuterà ad attuare l’aggregazione della domanda come primo passo verso l’acquisto congiunto”, ha promesso Šefčovič. Nel corso della riunione che si è tenuta oggi sono stati fatti passi avanti nelle discussioni per identificare la “struttura più efficiente” per organizzare quelle aziende che uniranno insieme la loro domanda. Bruxelles pensa a uno schema di acquirente centrale, in base al quale una società del gas negozierà, per conto delle società del gas più piccole e dei consumatori di gas, un contratto con i fornitori per la domanda aggregata. A breve dovrebbe essere lanciato un invito a manifestare interesse affinché le aziende possano agire come acquirente centrale. “Miriamo ad avere un numero di acquirenti centrali, che rappresentino diversi gruppi di società, per incoraggiare la concorrenza, a beneficio ultimo dei consumatori europei”, ha spiegato.
Gli Stati membri devono raggiungere l’obiettivo di riempire al 90 per cento della capacità gli stoccaggi di gas entro il 1° novembre 2023, con degli obiettivi nazionali intermedi per il 1° febbraio, maggio, luglio e settembre per i paesi dell’UE con depositi sotterranei sul loro territorio e collegati alla loro area di mercato. Per l’Italia gli obiettivi intermedi di riempimento delle riserve sono: 45% al 1° febbraio, 36% al 1° maggio, 54% al 1° luglio e 72% al 1° settembre. Gli acquisti congiunti di gas sono considerati fondamentali per riprendere a riempire gli stoccaggi appena finirà l’inverno e soprattutto per evitare concorrenza tra i governi nell’acquisto delle forniture, così come è stato fatto durante la pandemia Covid-19 per i vaccini. La piattaforma energetica è stata lanciata dalla Commissione lo scorso 7 aprile, a cui gli Stati membri possono aderire su base volontaria per negoziare e cercare approvvigionamenti di gas (e in futuro anche idrogeno e gas naturale liquefatto), principalmente per mantenere anche i prezzi più contenuti potendo gestire la domanda a livello comunitario e non nazionale. Nella sostanza si cerca di evitare che ci sia concorrenza tra i Paesi membri dell’Ue nell’acquisto di forniture, data la necessità di accelerare con la diversificazione dei fornitori e riempire le riserve.
Il lavoro della piattaforma è stato organizzato attraverso 5 task force su base regionale: il gruppo regionale dell’Europa sudorientale è nato lo scorso 5 maggio a Sofia, in Bulgaria; a giugno è nato il gruppo regionale centro-orientale (che riguarda Italia, Austria, Germania, Repubblica ceca, Ungheria, Polonia, Slovenia, Croazia e Slovacchia) insieme a Ucraina e Moldavia; mentre i gruppi regionali Europa nordoccidentale, Europa sudoccidentale e Paesi baltici e Finlandia sono stati avviati a luglio ma devono ancora definire i piani d’azione. Tuttavia, gli acquisti comuni veri e propri fanno molta fatica a partire, non solo perché mancava il quadro normativo, ma anche perché gli acquisti comuni non responsabilità dei governi ma degli operatori privati. Per favorire il dialogo con il comparto industriale che dovrà gestire le forniture, Bruxelles ha dato vita anche a un gruppo consultivo dell’industria, ovvero un gruppo di esperti informale che fornirà alla Commissione la prospettiva industriale necessaria per conseguire gli obiettivi della piattaforma energetica dell’UE e affrontare le attuali sfide energetiche. Il gruppo di rappresentanti industriali conta in tutto 31 società europee, tra cui dall’Italia Edison Spa, ENEL SpA, Eni S.p.A., Solvay SA.