Bruxelles – Contrordine: quest’euro non s’ha da fare. Non come previsto, almeno. La Bulgaria dovrà attendere ancora più del previsto per adottare la moneta unica. “Non è più possibile per l’1 gennaio 2024”, coma da auspici di governo nazionale e Unione europea, ammette Valdis Dombrovskis, commissario per un’Economia al servizio delle persone. Colpa delle “circostanze sfavorevoli esterne”, quelle manifestatesi sulla scia del conflitto in Ucraina, inflazione e stabilità dei prezzi su tutti. “Auspicabilmente l’adozione dell’euro potrà avvenire un anno dopo”, vale a dire a gennaio 2025.
Il membro dell’esecutivo comunitario invita politica e società civile a tenere duro. “Non dobbiamo permettere che questo ritardo ci porti fuori strada”, scandisce intervenendo alla conferenza ‘la Bulgaria verso l’euro’. Ricorda i ‘pro’ della moneta unica. Permette un avanzamento dell’integrazione, certo. Ma l’adozione della valuta europea “invia un segnale positivo per gli investitori”. Allo stesso tempo “rimuove l’incertezza sulla politica futura, rafforza i rating del credito esterno e aiuta a stabilizzare e abbassare i tassi di interesse”.
Per la Bulgaria significa anche acquistare peso politico a livello europeo. Perché è vero che il Lev è già ancorato all’euro, e quindi risponde alla politica monetaria della Banca centrale europea, ma senza alcun input nel suo processo decisionale. Quindi, sottolinea Dombrovskis, “l‘introduzione dell’euro darebbe alla Bulgaria un posto al tavolo in cui vengono prese tali decisioni“.
Assicura che la Commissione europea “continuerà a lavorare a stretto contatto con la Bulgaria per sostenere i suoi sforzi” di avvicinamento e soprattutto ingresso nel club dell’eurozona. Rassicurazioni quanto mai doverose visti anche i ritardi nell’inclusione dell’area Schengen. A Bruxelles si è consapevoli che si rischia di incrinare quel senso di fiducia nel progetto comune. Ma l’euro bulgaro nel 2024 appare lontano.
Degli Stati membri dell’Ue impegnati giuridicamente ad adottare la moneta unica (Bulgaria, Polonia, Repubblica ceca, Romania e Ungheria) e oggetto delle periodiche valutazioni della Commissione Ue, solo la Bulgaria è quella ad avere le condizioni migliori per un cambio valutario. Ma le ripercussioni dell’aggressione in Ucraina si fanno sentire anche qui.