Bruxelles – Mercati senza combustibili fossili, contratti a lungo termine e per differenza, investimenti nelle rinnovabili e tutela per i consumatori. Sono quattro le aree di intervento a cui la Commissione europea sta lavorando per presentare il prossimo 14 marzo (secondo l’ultima versione aggiornata del calendario del collegio) la proposta per “una riforma a lungo termine e più strutturata del disegno del mercato dell’elettricità”, per mitigare “gli effetti degli alti prezzi del gas e dell’energia elettrica, portando i benefici delle energie rinnovabili a basso costo ai consumatori”.
A indicarle, questa mattina, la commissaria europea per l’Energia, Kadri Simson, nel suo intervento a una riunione con le parti interessate che ha concluso formalmente la consultazione pubblica sull’assetto del mercato elettrico, aperta dalla Commissione Ue lo scorso 23 gennaio e chiusa lunedì 13 febbraio con circa 1350 feedback. L’esecutivo di Bruxelles si dà tempo un mese per raccogliere idee e contributi e a marzo avanzerà una proposta di direttiva su uno dei dossier legislativi più importanti sul fronte energetico. Che rischia di creare nuove fratture dentro l’Ue.
Divisioni di cui ammette l’esistenza la stessa commissaria. “Ci sono state molte discussioni a livello nazionale e la Commissione si è adoperata per comprendere i punti di vista talvolta molto diversi tra Stati membri, industrie, accademici e consumatori”, ha detto nel suo intervento. Sono principalmente quattro aree chiave a cui sta lavorando Bruxelles: flessibilità dei mercati dell’energia, contratti a lungo termine; investimenti per lo sviluppo dei progetti rinnovabili; e tutela dei clienti finali.
Sulla prima area di intervento, Simson ha ricordato che i mercati a breve termine “sono fondamentali per la sicurezza dell’approvvigionamento, anche transfrontaliero, ma dobbiamo sfruttare ogni opportunità per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili”. In secondo luogo, la proposta di riforma si concentrerà sui contratti a lungo termine: contratti per differenza, accordi di acquisto di energia e mercati a termine. Per Bruxelles “sono tutti strumenti che hanno dimostrato di garantire l’accesso a prezzi stabili e convenienti, ma ora la questione è come rendere questi benefici accessibili a tutti i consumatori”. Il terzo punto della riforma sarà “promuovere gli investimenti nelle energie rinnovabili e nella flessibilità, questa è l’unica soluzione che può essere sostenuta a lungo termine”. In quarto luogo, la proposta darà spazio “ai diritti e le tutele dei consumatori che devono essere adeguati alle esigenze dei consumatori con diversi profili di rischio”. La Commissione ritiene che “sia fondamentale affrontare queste quattro aree di intervento” per “costruire un mercato solido” dell’elettricità.
Neanche il tempo di chiudere l’iter di consultazione con parti interessate e mondo industriale, che Bruxelles ha ricevuto lunedì una lettera congiunta di sette Capitali (Germania, Danimarca, Paesi Bassi, Finlandia, Lussemburgo, Lettonia ed Estonia) che hanno chiesto che la futura riforma del mercato europeo sia “mirata”, aiuti a mantenere “i vantaggi del design attuale e migliorare su quella base”, e che si concentri su una transizione verso un sistema a basse emissioni di carbonio al minor costo possibile per i cittadini e sulla sicurezza dell’approvvigionamento. Riforma sì, ma senza grandi stravolgimenti del design attuale del mercato elettrico. Come lo è stata sul tetto al prezzo del gas, l’Ue dimostrerà di avere idee differenti anche sulla riforma del mercato elettrico.
Da una parte, i Paesi del Nord Europa, guidati dalla Germania, scoraggiano qualunque intervento di peso strutturale sul mercato elettrico europeo; di contro, a spingere di più per una riforma – che comprenda anche il disaccoppiamento dei prezzi del gas dall’elettricità, per evitare il cosiddetto ‘effetto contagio’ – sono la Spagna e la Francia, sostenute anche dall’Italia. Da settimane ormai è iniziato il lavoro di allineamento tra Parigi e Madrid su una riforma legislativa destinata a diventare cruciale a Bruxelles per quanto riguarda la materia energetica. La Spagna – alla guida dell’Ue dal primo luglio e fino a fine dicembre – erediterà il compito importante di guidare i negoziati e facilitare un accordo entro il 2024, ovvero entro la fine dell’attuale legislatura. I governi di Spagna e Francia hanno dichiarato nelle scorse settimane di avere “obiettivi e approcci simili” nelle loro proposte di riforma del mercato elettrico, impegnandosi a lavorare insieme sull’intero pacchetto di riforma energetica.
Con la consultazione pubblica chiusa da una manciata di ore, la commissaria Simson a Strasburgo (dove sono in corso i lavori della plenaria dell’Europarlamento) ha incontrato virtualmente le parti interessate e nel pomeriggio il presidente della commissione per l’industria, Cristian Busoi. “L’obiettivo alla base della riforma del mercato elettrico è rendere le bollette energetiche dei nostri consumatori e delle nostre aziende più indipendenti dal prezzo di mercato a breve termine dell’elettricità”, scrive su twitter al termine dell’incontro.
The aim behind the #ElectricityMarketDesign reform is to make the energy bills of our consumers & companies more independent from the short-term market price of electricity.
I met with @CristianSBusoi, Chair of @EP_Industry today to discuss the upcoming reform & our cooperation. pic.twitter.com/ilCSKBfFay
— Kadri Simson (@KadriSimson) February 15, 2023