Bruxelles – “Bruxelles è stata un’ottima scelta: è una città dinamica e cosmopolita, ed è un partner commerciale importante per l’Italia”. Così Laura Lamia, Incaricata d’Affari dell’ambasciata italiana in Belgio, ha salutato la tappa del Road Show organizzato da VeronaFiere per il Vinitaly del 2023 nella capitale belga. Lamia è la numero due della neo nominata ambasciatrice italiana in Belgio, che non è potuta intervenire alla cena gourmet offerta dagli organizzatori, perché non avendo ancora potuto presentare le credenziali al re non può partecipare ad eventi pubblici. E si è persa un grande evento, al quale sono stati invitati qualche decina di “buyers” belgi, una selezione degli oltre mille attesi quest’anno dal 2 al 5 aprile a Verona (nel 2022 furono 1.020, tra gli oltre 25mila arrivati da tutto il mondo, i quarti in questa speciale classifica).
E’ dal 1867 che a Verona si organizzano fiere del vino, e il Vinitaly come lo conosciamo è arrivato solo 100 anni dopo, nel 1967. Una tradizione antica, dunque, una capacità organizzativa notevole che ha fatto della città veneta (nella regione si produce un quarto di tutto il vino italiano) una delle poche tappe imperdibili per chi è nel business del vino. Ed anche degli amatori, a dire il vero.
Ogni anno questa Fiera si rinnova, e per l’edizione 2023 è stato organizzato un Road Show senza precedenti, che toccherà in 13 tappe (è partito il 19 gennaio) tre Continenti (Europa, Asia e America del Nord) dove arrivano due terzi di tutte le esportazioni italiane. Stiamo parlando di valori superiori agli 8 miliardi di euro. Si è partiti dall’Austria, per poi passare negli Usa, poi in Germania, Belgio, Svizzera, Gran Bretagna con la chiusura in Giappone e Corea del Sud, dove il tour arriverà il 23 febbraio.
“É un lavoro di squadra che vede coinvolte le istituzioni, l’Ice e il sistema camerale, la rete di rappresentanza estera e la struttura interna – spiega con orgoglio il presidente VeronaFiere, Federico Bricolo – un’attività in linea con la mission aziendale che guarda, in primis, alla promozione delle etichette italiane, in un momento particolarmente delicato per il settore impegnato a fronteggiare l’impatto dell’aumento dei costi di produzione”.
Illustrando il roadshow, Bricolo afferma che “è anche una occasione di esplorare nuove opportunità per un presidio stabile della Fiera di Verona su alcuni mercati di interesse, come già in atto con Wine To Asia e Vinitaly China Road Show per la Cina e la più ampia area del Far East, e con Wine South America per il Brasile e il continente sudamericano”.
L’ad di VeronaFiere, Maurizio Danese racconta di “un’iniziativa di promozione senza precedenti nella storia di Vinitaly, che si aggiunge e implementa l’importante investimento di oltre 3 milioni di euro per l’incoming di buyer ed operatori in vista della prossima fiera. 50.000 chilometri complessivi di viaggio verso i Paesi-obiettivo che rappresentano, sia in chiave prospettica che di consolidamento, buona parte del presente e del futuro commerciale del vino italiano nel mondo”.
Il cinquantacinquesimo Vinitaly abbina un tour interno tra le principali imprese italiane del vino e si preannuncia ancora più strategico sul fronte del business, spiegano a VeronaFiere, in particolare con innovazioni legate al business to business diretto aziende/buyer, ma anche con un potenziato “Taste & Buy”, con operatori individuati dalla rete internazionale di delegati della fiera in collaborazione con le imprese. Spazio anche al formato digitale, con la piattaforma “Vinitaly Plus” per il consolidamento dei rapporti commerciali lungo tutto il corso dell’anno e che permette la creazione di un’agenda per incontri a Vinitaly 2023 tra buyer e produttori.
Quest’anno ci saranno alcune aree tematiche, Vinitaly Bio, International Wine Hall, Vinitaly Tasting, Mixology, Micro Mega Wines, Vinitaly Design, Enolitech e Sol&Agrifood, per approfondire ogni aspetto di questo mondo.