Bruxelles – Nel periodo 2014-2020 i fondi strutturali e d’investimento europei (fondi Sie) hanno generato investimenti totali per 731 miliardi di euro per promuovere la convergenza socioeconomica durevole, la coesione territoriale, un’Europa sociale e transizioni verde e digitale agevoli. La maggior parte di questi investimenti sono stati sostenuti dall’Ue, con finanziamenti per 535 miliardi di euro. A fare il punto della situazione la Commissione europea, nella relazione annuale 2022 dei fondi Sie.
L’azione complessiva dei fondi strutturali e di investimento europei ha permesso di dare sostegno a oltre quattro milioni di piccole e medie imprese, oltre a 55,2 milioni di persone attraverso azioni per occupazione, inclusione sociale o erogazione di competenze e istruzione. Ancora, nel settennio 2014-2020 circa 2,3 milioni di progetti hanno sostenuto il settore agricolo e le Pmi rurali per migliorare la competitività e hanno contribuito alla creazione di posti di lavoro nelle zone rurali. Sul fronte energetico, invece, la capacità di produzione è aumentata di oltre 3.600 Megawattora all’anno grazie all’uso di fonti rinnovabili, mentre il consumo annuo di energia primaria degli edifici pubblici è diminuito di 2,6 Terawattora all’anno (equivalente alla quantità di elettricità consumata da circa 720mila famiglie in un intero anno. C’è poi il dato relativo al settore della pesca e dell’acquacoltura: qui sono stati conservati 44mila posti di lavoro e ne sono stati creati altri seimila.
Numeri alla mano, “i fondi strutturali e d’investimento europei apportano un vero valore aggiunto europeo grazie a investimenti su misura nello sviluppo regionale per stimolare la crescita”, sottolinea Valdis Dombrovskis, commissario per un’Economia al servizio delle persone, convinto che i fondi dell’Ue “continueranno a svolgere un ruolo fondamentale per una crescita equa e per la ripresa” dei territori e delle realtà locali. Soddisfatta anche Elisa Ferreira, commissaria per la Coesione. “La relazione illustra chiaramente i risultati ottenuti e i vantaggi concreti per i nostri cittadini” derivanti dall’azione dell’Unione europea per regioni e comuni.