Bruxelles – La presidenza svedese del Consiglio dell’Ue l’aveva già messo in chiaro prima di insediarsi a capo dei 27 Paesi membri, la priorità sul tema migrazioni è la dimensione esterna del fenomeno: controllo delle frontiere Ue, maggiore cooperazione con i Paesi di origine delle persone migranti e una nuova strategia sui rimpatri, per ridurre le partenze e combattere gli ingressi irregolari sul territorio comunitario. Saranno questi i punti su cui i capi di stato e di governo Ue dovranno confrontarsi al prossimo Consiglio europeo straordinario, convocato da Charles Michel per il 9 e 10 febbraio.
Dalla bozza delle conclusioni previste per il vertice, emerge la volontà di Stoccolma di insistere prima di tutto sull’azione esterna. Ne sarà lieta la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che vede collimare le priorità dell’esecutivo italiano con quelle della presidenza svedese: secondo una fonte diplomatica vicina a Palazzo Chigi, per Roma “il Consiglio europeo di febbraio dovrà rappresentare un salto di qualità sulla dimensione esterna”. Meloni chiede che vengano blindati i Piani d’azione con i Paesi d’origine e che si trovi un accordo per una maggiore europeizzazione del sistema dei rimpatri. La premier solleverà, secondo la fonte, le questioni di un “maggiore investimento sull’Africa e dell’urgenza di politiche di contrasto all’immigrazione irregolare per favorire la necessaria migrazione regolare”.
I 27 saranno chiamati a discutere l’attuazione dei Piani d’azione per i Balcani occidentali e per il Mediterraneo centrale, presentati dalla Commissione Ue a fine novembre, a cui si aggiunge la strategia operativa per i rimpatri, annunciata ieri (24 gennaio) dalla commissaria Ue per gli Affari interni, Ylva Johansson. “Per prevenire la perdita di vite umane e ridurre la pressione alle frontiere dell’Ue, l’Unione europea rafforzerà la cooperazione con i Paesi di origine e di transito attraverso partenariati reciprocamente vantaggiosi”, si legge nella bozza visionata da Eunews. “Pieno sostegno all’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) nel proteggere le frontiere esterne, combattere la criminalità transfrontaliera e intensificare i rimpatri”, è l’indicazione che uscirà probabilmente dal vertice, in cui i 27 ribadiranno anche “l’importanza urgente e cruciale dell’allineamento della politica in materia di visti da parte dei Paesi limitrofi”. Nessun accenno alla dimensione interna e ai ricollocamenti, anche se non è tuttavia da escludere, come sottolineato dalla fonte diplomatica vicina a Roma, che “Paesi come l’Olanda possano inserire in agenda la questione dei movimenti secondari“.
Il tutto senza dimenticare l’obiettivo cerchiato e ricerchiato nei “to do” di Bruxelles, quella riforma del Patto sulla migrazione e l’asilo proposta dalla Commissione europea nel settembre del 2020. “Alla luce dei progressi compiuti nel 2022, il Consiglio europeo invita i co-legislatori dell’Ue a proseguire i lavori sul patto sulla migrazione e l’asilo, come previsto nella tabella di marcia comune concordata con il Parlamento europeo nel settembre 2022″, si legge infine nella bozza.