Bruxelles – La Svezia, presidente di turno all’Ue, “sta seguendo” da vicino “il dibattito in Italia” sulla revisione della divisiva direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia (la cosiddetta EPDB – ‘Energy Performance of Building Directive’, parte del pacchetto sul clima ‘Fit for 55 ‘). “Dobbiamo trovare un modo per bilanciare la transizione: stiamo tutti lavorando per eliminare gradualmente le fonti energetiche fossili, ma anche per assicurarci di essere il più efficienti possibile con l’energia che utilizziamo e fare in modo che i nostri edifici siano il più possibile efficienti dal punto di vista energetico fa parte di questo processo”.
Ad assicurarlo di fronte all’Eurocamera è Ebba Busch, ministra svedese per l’energia, le imprese e l’industria, in audizione in commissione per l’industria, l’energia e la ricerca (Itre) del Parlamento europeo, rispondendo a una domanda sulle polemiche in Italia sulla revisione della direttiva sulla ristrutturazione energetica degli edifici, ora al vaglio dell’Europarlamento. La proposta è stata avanzata dalla Commissione europea il 15 dicembre 2021 ed è tornata a far parlare di sé in Italia, dove già prima di essere presentata aveva sollevato un’aspra polemica.
Bruxelles propone criteri minimi di efficientamento energetico degli edifici e secondo le stime, basate sulla proposta della Commissione Ue che difficilmente rimarrà uguale dopo il negoziato con il Parlamento europeo e gli Stati membri, per l’Italia potrebbe significare dover ristrutturare al massimo tra 3,1 e i 3,7 milioni di edifici residenziali entro il 2033, degli oltre 12 milioni totali. Busch ha sottolineato che dal punto di vista di Stoccolma i costi di questa riqualificazione energetica dovranno essere ragionevoli, “altrimenti non ci sarà alcun sostegno per fare questa transizione e dobbiamo trovare un modo equilibrato di farla”.
La presidenza è in attesa dell’adozione del mandato negoziale in Parlamento e “una volta raggiunto, sarà più facile per la presidenza vedere se riusciremo a trovare un modo valido ed equilibrato di andare avanti. In questo modo, si lavora nell’interesse di tutta l’Europa”, ha concluso Busch. Sulla proposta di revisione, il primo voto all’Eurocamera si terrà il 9 febbraio in commissione Industria, ricerca ed energia (Itre), dopo che gli Stati membri hanno trovato la loro posizione il 25 ottobre. Dopo l’adozione del mandato in plenaria, potranno iniziare i negoziati a tre con l’Eurocamera e gli Stati membri, per un accordo finale e la presidenza di Stoccolma si è impegnata a portare avanti il dossier.
La ministra svedese era in audizione all’Europarlamento per la presentazione delle priorità energetiche del semestre alla guida dell’Ue. Ha assicurato che il Paese garantirà priorità “a qualunque proposta legislativa (da parte della Commissione Ue, ndr) per affrontare la crisi energetica, inclusa la proposta di revisione del mercato elettrico”, che la Commissione europea dovrebbe presentare entro fine marzo. Si è impegnata inoltre a finalizzare i dossier legislativi del ‘Fit for 55’, il pacchetto legislativo presentato da Bruxelles a luglio 2021 per abbattere le emissioni del 55 per cento entro il 2030 (rispetto ai livelli del 1990), come tappa intermedia per la neutralità climatica entro il 2050. Ha assicurato che darà priorità a portare avanti i negoziati con l’Europarlamento “sulla revisione della direttiva efficienza energetica ed energie rinnovabili”, entrambe del 2018 e parte del ‘Fit for 55’.
Ma l’attuale presidenza di turno si troverà ad affrontare anche la risposta dell’Ue al piano di sussidi verdi Usa (l’Inflation Reduction Act) che secondo Bruxelles rischia di svantaggiare le imprese europee. Una strategia a lungo termine per la competitività dell’industria europea “sarà in cima all’agenda” della presidenza di Svezia, dal momento che l’Ira “sta sollevando preoccupazioni tra le nostre industrie”, ha dichiarato Busch. Ha confermato che la Commissione Ue presenterà le prime idee sul suo Piano industriale per il Green Deal “il primo febbraio” per contribuire al dibattito tra i capi di stato e governo al Consiglio europeo del 9 e 10 febbraio, che sarà dominato dalla risposta Ue al piano Usa contro l’inflazione. Per la presidenza è importante evitare “per quanto possibile una gara ai sussidi tra i nostri Stati membri o con gli Usa”, ha avvertito la ministra, in riferimento all’idea promossa dalla Commissione Ue di semplificare l’attuale quadro Ue degli aiuti di stato. Busch ha sottolineato ancora che le “imprese, strumentali per la transizione verde, devono restare in Europa in modo da continuare a rimanere competitivi”.