Fin dalla sua fondazione le presidenze e le vicepresidenze delle commissioni del Parlamento europeo sono state distribuite con il metodo d’Hont, un sistema di calcolo matematico che permette ai diversi gruppi politici di dividerle in maniera equa in base alla grandezza di ciascuno schieramento. Non un diritto ma una consuetudine che permette di assegnare queste cariche di controllo dell’Aula in maniera più equa. Una consuetudine che non è stata rispettata in questa legislatura, come rappresaglia contro i deputati Ukip che si sono girati di spalle durante l’inno europeo nella prima Plenaria, quando al gruppo dell’Efdd di Farage e del Movimento 5 Stelle è stata negata ogni carica istituzionale e in particolare la presidenza della commissione Petizioni che sarebbe spettata alla grillina Eleonora Evi.
Non si tratta però della prima volta che una cosa del genere avviene, è anzi il secondo caso nella storia del Parlamento europeo. Nel 1994 secondo il d’Hont ai popolari sarebbe dovuta andare la presidenza della commissione Ricerca, e nello specifico all’esponente di Forza Italia Umberto Scapagnini. Al centro sinistra però non andava giù l’allora astro nascente della politica italiana, Silvio Berlusconi, e quindi in barba alle consuetudini il Pse candidò e riuscì a far eleggere al suo posto il socialista Claude Desama. Già in passato un presidente indicato dal gruppo non era stato eletto, ma lo ‘scontro’ era stato al massimo interno al gruppo e si regolava tra due personalità dello stesso partito. Nel caso di Scapagnini fu invece la prima volta che ci fosse il “colpo di mano” di un altro schieramento. Il Ppe decise allora di fare ostruzionismo in un’altra commissione, in cui doveva essere eletto un socialista, finché non fosse stata sanata questa anomalia. Alla ripresa dei lavori, dopo la pausa estiva, Desama fu costretto a dimettersi e al suo posto fu eletto Scapagnini e il caso fu chiuso.
Ma all’Efdd non è stata solo negata la presidenza della commissione, sono state negate anche sei vicepresidenze. Anche qui c’è un precedente nella storia del Parlamento, anzi ce ne sono due, anche se di proporzioni molto minori. Nel 1989 al gruppo di estrema destra formato dal Front National francese di Le Pen, dai Repubblicani tedeschi e dal Vlaams Blok belga (all’epoca non erano necessari esponenti di 7 nazioni per formare un gruppo), sarebbe spettata la terza vicepresidenza della Commissione Trasporti ma il candidato ufficiale, Hans-Günter Schodruch, fu bocciato e con lui tutti gli altri che il gruppo provò a candidare. La stessa cosa avvenne nel 2007 quando l’estrema destra riuscì a creare il gruppo Identità, Tradizione, Sovranità (che in realtà ebbe vita brevissima, meno di un anno) e di cui per l’Italia facevano parte Luca Romagnoli della Fiamma Tricolore e Alessandra Mussolini all’epoca in Azione Sociale, che fu poi rimpiazzata da Roberto Fiore. Al gruppo sarebbero spettate la prima vicepresidenza della commissione Cultura e la terza di quella Trasporti. Entrambe furono bocciate.