Bruxelles – Fare un punto sul lavoro svolto finora e discutere dei passi avanti da fare, dalla pubblicazione della domanda aggregata in primavera ai primi acquisti in comune prima dell’estate. Si è tenuta questa mattina (16 gennaio) a Bruxelles la prima riunione formale del comitato direttivo della piattaforma energetica dell’Ue che si occuperà anche degli acquisti comuni di gas, composto dai rappresentanti della Commissione europea, dei 27 paesi Ue e della comunità dell’Energia.
“L’obiettivo dell’Ue è pubblicare la domanda aggregata per attrarre offerte di fornitura all’inizio della primavera, seguita dai primi acquisti congiunti ben prima dell’estate”, ha ricordato il vicepresidente della Commissione europea per i rapporti interistituzionali, Maroš Šefčovič, dopo aver presieduto la riunione in quanto responsabile degli acquisti congiunti per l’Ue. Ha assicurato di aver riscontrato una forte “volontà politica di rendere gli acquisti congiunti di gas una realtà e un successo” e che la Commissione sta “lavorando con un programma serrato per prepararci in tempo per il prossimo inverno e la stagione di rifornimento dei depositi”, che dovrebbe partire in primavera dopo che le riserve saranno in parte svuotate dalla stagione invernale.
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Secondo gli ultimi dati della piattaforma Aggregated Gas Storage Inventory aggiornati al 14 gennaio gli stoccaggi nell’Unione Europea erano pieni all’81,71 per cento della capacità, con l’Italia poco sotto la media europea al 79,28 per cento. Se entro il primo novembre 2022 i governi hanno dovuto riempire le riserve all’80 per cento della propria capacità, entro il primo novembre 2023 avranno l’obbligo di riempirle al 90 per cento della capacità, il che significa fare uno sforzo ulteriore. L’Agenzia internazionale dell’energia (Aie) ha stimato che l’Ue potrebbe andare incontro a un potenziale deficit di 30 miliardi di metri cubi di gas naturale quest’anno, in parte perché mancheranno le forniture della Russia.
La tabella di marcia per arrivare in estate a sottoscrivere i primi acquisti congiunti è stata delineata nelle scorse settimane da Bruxelles. L’obiettivo è quello di arrivare entro gennaio a selezionare un fornitore di servizi per organizzare la piattaforma informatica che servirà per l’aggregazione della domanda. A quanto apprende GEA, la procedura per avviare la gara d’appalto e selezionare il “fornitore dei servizi” è già stata avviata dalla Commissione europea. Il 25 gennaio la Commissione Ue formalizzerà l’invito ai rappresentanti dei principali consumatori di gas, come l’industria ceramica, chimica e dei fertilizzanti, a discutere la loro potenziale partecipazione alla piattaforma mentre il comitato direttivo si riunirà di nuovo a febbraio. A inizio primavera sarà pubblicata la domanda aggregata e organizzate le gare d’appalto per attrarre offerte di fornitura. In ultimo, l’ambizione è quella di concludere il primo acquisto congiunto – anche attraverso contratti a lungo termine – con i fornitori di gas ben prima della prossima estate
Come funziona la piattaforma
La piattaforma energetica è stata lanciata dalla Commissione europea lo scorso 7 aprile con l’obiettivo di diversificare le forniture dalla Russia e arrivare a fare acquisti congiunti di gas (poi anche gas naturale liquefatto, Gnl, e idrogeno) a livello comunitario, da una parte per mantenere i prezzi più bassi potendo gestire la domanda a livello comunitario ed evitare concorrenza tra i Paesi membri dell’Ue nell’acquisto di forniture. Il regolamento sugli acquisti comuni adottato dai ministri dell’energia il 19 dicembre prevede che i Paesi siano obbligati ad aggregare la domanda di volumi di gas per almeno il 15 per cento dei rispettivi obblighi di riempimento degli stoccaggi. Oltre il 15%, l’aggregazione sarà volontaria.
Per organizzare il lavoro nei Ventisette stati membri, la piattaforma è organizzata attraverso 5 task force su base regionale: il gruppo regionale dell’Europa sudorientale è nato lo scorso 5 maggio a Sofia, e riguarda Bulgaria, Grecia, Romania, Serbia, Macedonia del Nord, Moldavia e Ucraina; a giugno è nato il gruppo regionale centro-orientale, che riguarda Italia, Austria, Germania, Repubblica ceca, Ungheria, Polonia, Slovenia, Croazia e Slovacchia insieme a Ucraina e Moldavia; di recente, sono nati anche i gruppi dell’Europa sudoccidentale, con Francia, Spagna, Italia e Portogallo (Malta e Germania come osservatori); dell’Europa nord-occidentale con Francia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Germania, Danimarca, Svezia e Irlanda; e l’ultimo dei Paesi baltici e Finlandia, che raggruppa Lituania, Lettonia, Estonia e Finlandia (Polonia come osservatore). I gruppi regionali hanno il compito di concordare piani d’azione sulla domanda di gas, compresa la potenziale riduzione della domanda di energia e soprattutto le opportunità infrastrutturali transfrontaliere.
Per favorire il dialogo con il comparto industriale che dovrà gestire le forniture, Bruxelles ha dato vita anche a un gruppo consultivo dell’industria, ovvero un gruppo di esperti informale che fornirà alla Commissione il punto di vista industriale. Il gruppo di rappresentanti industriali conta in tutto 31 società europee, tra cui dall’Italia Edison Spa, ENEL SpA, Eni S.p.A., Solvay SA.