Bruxelles – Saranno le prime schegge del Qatargate, lo scandalo di presunta corruzione tra i banchi del Parlamento europeo, a farla da padrone nella sessione plenaria dell’Eurocamera che inaugura il nuovo anno. Da lunedì 16 a giovedì 19 gennaio, gli eurodeputati si riuniranno all’emiciclo di Strasburgo per discutere un’agenda più che mai fitta: oltre all’ormai nota vicenda giudiziaria, tra i temi fondamentali avranno spazio la presentazione della nuova presidenza svedese al Consiglio dell’Ue, il dibattito con i presidenti della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e del Consiglio europeo, Charles Michel, sui risultati dell’ultimo vertice tra i 27 Paesi Ue, le responsabilità russe per i crimini di guerra commessi in Ucraina, la risposta europea alla repressione delle proteste in Iran, ma anche la situazione dello stato di diritto in Spagna e in Brasile.
Già lunedì pomeriggio la presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola, dovrebbe annunciare ufficialmente l’avvio della procedura d’urgenza per la revoca dell’immunità, richiesta dalla magistratura belga, a due membri dell’aula potenzialmente implicati nello scambio di mazzette con Qatar e Marocco, il socialista belga Marc Tarabella e l’italiano Andrea Cozzolino, del Partito Democratico. I due si dicono già da settimane pronti a rinunciare all’immunità parlamentare per potersi difendere davanti agli inquirenti, ma la procedura ha tempi relativamente lunghi, e il voto potrebbe arrivare solo durante la prossima plenaria, nel mese di febbraio. Intanto Cozzolino, che si era autosospeso immediatamente dal ruolo di presidente della delegazione parlamentare per le relazioni con i Paesi del Maghreb, avrebbe deciso di dimettersi definitivamente dall’incarico. Mercoledì mattina gli eurodeputati voteranno invece il o la nuova vicepresidente del Parlamento europeo, che andrà a sostituire nei 14 vice di Metsola la greca Eva Kaili, in stato d’arresto dallo scorso 10 dicembre e già destituita dal ruolo il 13 dicembre. Sono tre i nomi in ballo: il socialdemocratico lussemburghese Marc Angel, scelto dal gruppo S&D, la leghista Annalisa Tardino, indicata da Identità e Democrazia, e l’ecologista francese Gwendoline Delbos-Corfield, candidata dal gruppo dei Verdi/Ale.
Martedì sarà anche il momento per la presentazione del programma della presidenza svedese del Consiglio dell’Ue, con il premier Ulf Kristersson che esporrà all’eurocamera le priorità del semestre a capo dei 27 Paesi membri. Sicurezza e unità, competitività dell’economia europea, transizione verde ed energetica, valori democratici e stato di diritto, questi i quattro pilastri su cui Stoccolma ha scelto di poggiare la sua leadership. A tenere banco in aula sarà probabilmente l’incognita della possibile influenza che la componente di estrema destra, con i Democratrici Svedesi che siedono nella maggioranza di governo, potrà avere sull’operato della presidenza Ue. Mercoledì mattina sarà il turno di von der Leyen e Michel a presentarsi davanti all’aula di Strasburgo, nel key debate per discutere le conclusioni dell’ultimo Consiglio europeo del 15 dicembre: misure per affrontare la crisi energetica, sostegno all’Ucraina e sanzioni al Cremlino in cima alla lista.
Gli sforzi per garantire il pieno accertamento delle responsabilità di Mosca per le atrocità commesse in Ucraina saranno al centro di un dibattito, che si svolgerà martedì pomeriggio, in cui i deputati discuteranno con la Commissione la possibilità di istituire un tribunale internazionale per perseguire i crimini di guerra perpetrati dalle forze militari russe sul territorio ucraino. Anche l’Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, sarà presente a Strasburgo per riferire in prima persona sulla risposta dell’Unione alla repressione delle proteste e alle esecuzioni capitali in Iran. Il capo della diplomazia europea aveva convocato l’ambasciatore di Teheran presso l’Ue lo scorso 9 gennaio, per ribadire l’invito dei 27 a “cessare immediatamente la pratica fortemente condannabile d’imporre ed eseguire condanne a morte contro i manifestanti“. Gli eurodeputati potrebbero chiedere a Borrell di procedere con ulteriori sanzioni al regime dei mullah, ma anche di ritirare le rappresentanze diplomatiche in Iran e di inserire le Guardie della Rivoluzione, il corpo militare incaricato di difendere la Repubblica islamica, nella lista europea delle organizzazioni terroristiche.
Nel pomeriggio di mercoledì 18 gennaio avranno inoltre luogo due momenti di dibattito sulla situazione dello stato di diritto in due Paesi sulle sponde dell’Atlantico: la Spagna, che sta vivendo una crisi istituzionale senza precedenti dovuta allo stallo sulla riforma del sistema di elezione dei giudici della Corte Costituzionale, e il Brasile, in cui nella notte tra l’8 e il 9 gennaio si è verificato un vero e proprio assalto alle sedi delle istituzioni democratiche a Brasilia da parte di sostenitori dell’ex presidente Jair Bolsonaro, duramente condannato da tutti i leader Ue.