Bruxelles – Zagabria fa l’en plein. A dieci anni esatti dall’adesione all’Unione Europea, la Croazia ha fatto ingresso sia nell’eurozona sia nello Spazio Schengen, diventandone rispettivamente il 20esimo e 27esimo Paese membro. “Il primo gennaio è la stagione dei nuovi inizi e non c’è luogo in Europa in cui questo sia più vero oggi che qui al confine tra Croazia e Slovenia”, ha celebrato l’evento la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen: “Sono due traguardi immensi raggiunti nello stesso giorno per il più giovane Stato membro dell’Unione Europea”.
Nel suo intervento con il premier croato, Andrej Plenković, e la neo-eletta presidente slovena, Nataša Pirc Musar, la numero uno della Commissione ha messo in risalto il fatto che, grazie all’allargamento dello Spazio Schengen alla Croazia “d’ora in poi le frontiere interne potranno essere attraversate liberamente, senza controlli” via terra e via mare dalla Slovenia, dall’Italia e dall’Ungheria “e da marzo via aerea con tutti gli altri 26 Stati”. L’area Schengen consente a circa 420 milioni di persone di viaggiare tra i Paesi membri senza passare per i controlli alle frontiere e per la Croazia il momento decisivo è arrivato l’8 dicembre dello scorso anno con il via libera del Consiglio Giustizia e Affari interni (mentre Romania e Bulgaria sono state rimandate per i veti austriaco e olandese). “Dovremo lavorare a stretto contatto per proteggere Schengen e preservarne i vantaggi, perché non può essere dato per scontato e si basa sull’impegno e sulla fiducia reciproca“, è l’esortazione della presidente von der Leyen nel primo giorno del 2023.
Con l’inizio del nuovo anno inizia anche l’esperienza dei cittadini croati di utilizzo dell’euro come valuta nazionale, come già succede per oltre 300 milioni di cittadini europei. “L’euro ci rende più forti sulla scena mondiale, è una delle nostre migliori conquiste collettive e naturalmente è molto più di una moneta“, ha sottolineato con forza von der Leyen. “So che i cittadini croati ricorderanno la prima volta quando hanno tenuto in mano la moneta in euro coniata con il vostro emblema nazionale, la kuna [martora in croato, ndr]”, che è “simbolo dell’unione tra la vostra identità nazionale e il vostro destino europeo“. L’ufficialità dell’adesione della Croazia alla zona euro è arrivata il 12 luglio 2022 con la decisione del Consiglio Affari economici e finanziari: il tasso di conversione della moneta in vigore fino allo scorso 31 dicembre – la kuna croata – è stato fissato a 7,53450 per euro.
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La Croazia tra Schengen ed euro
Il periodo di transizione dalla kuna croata all’euro sarà in vigore tra il primo e il 14 gennaio, quando entrambe le valute potranno essere utilizzate indifferentemente per i pagamenti, ma il resto sarà comunque dato in euro. Al termine delle prime due settimane del 2023 la kuna sarà ritirata dalla circolazione in maniera definitiva. Fino al 31 dicembre in Croazia sarà obbligatoria la doppia indicazione dei prezzi (già utilizzata dallo scorso 5 settembre) ed è stato introdotto un Codice etico delle imprese per aiutarle a ricalcolare correttamente i prezzi di beni e servizi, ma anche per rispondere alle preoccupazioni dei consumatori su possibili rincari ingiustificati.
Le banconote e le monete in kune possono essere cambiate gratuitamente in euro fino al 30 giugno presso l’Agenzia finanziaria e gli uffici postali fino a un limite di 100 banconote e 100 monete in kune. Per i cambi effettuati dal primo luglio, le banche commerciali potranno applicare una commissione, mentre la Banca centrale croata fornirà il servizio senza ulteriori sovrapprezzi fino al 31 dicembre 2025. Il 70 per cento degli sportelli automatici (Atm) distribuisce già banconote in euro dal primo gennaio, mentre tutti gli altri dovranno adeguarsi entro la fine del periodo di transizione di due settimane. Le banche commerciali hanno ricevuto in anticipo banconote e monete dalla Banca Nazionale Croata e hanno a loro volta fornito contanti in euro a negozi e altre attività commerciali.
Per quanto riguarda l’adesione allo Spazio Schengen, è dal momento dell’ingresso nell’Unione Europea nel 2013 che la Croazia ha applicato parti dell’acquis come i controlli alle frontiere esterne, la cooperazione delle forze di polizia e l’uso del Sistema d’informazione Schengen. Le restanti parti che comprendono l’abolizione dei controlli alle frontiere interne sono entrate in vigore a partire dal primo gennaio 2023 per quanto riguarda quelle interne terrestri e marittime, mentre per quelle aeree a partire dal 26 marzo dello stesso anno, dal momento in cui devono essere fatte coincidere le date dell’orario estivo/invernale dell’Associazione internazionale del trasporto aereo (Iata). Entro la fine del 2023 la Croazia sarà sottoposta a una valutazione sull’applicazione dell’acquis di Schengen, in particolare sulla questione del rispetto dei diritti fondamentali.