Bruxelles – Il terremoto dello scandalo Qatargate continua a produrre scosse e scossoni. Luca Visentini lascia il posto di segretario generale Confederazione sindacale internazionale (ITUC), sulla scia dell’inchiesta che lo vede coinvolto. Owen Tudor, vicesegretario generale, assume la dirigenza ad interim. Domani (21 dicembre) il Consiglio generale della Confederazione si riunirà per decidere quali misure intraprendere anche seguito delle dimissioni dell’italiano.
Visentini ha ritenuto di dover rinunciare all’incarico per non compromettere l’Ituc, ma continua a dichiararsi estraneo ai fatti. I magistrati di Bruxelles avevano in un primo momento convalidato l’arresto il 9 dicembre scorso, per poi rilasciarlo due giorni dopo: “Sono lieto che l’interrogatorio si sia concluso e ho potuto rispondere esaurientemente a tutte le domande”, ha dichiarato l’ormai ex segretario generale di ITUC dopo la decisione del giudice Michel Claise. “Se dovessero essere avanzate ulteriori accuse, attendo con impazienza l’opportunità di confutarle, poiché sono innocente di qualsiasi illecito”.
Diversi quotidiani italiani e internazionali riportano una nota, pubblicata da Visentini, in cui il capo del sindacato mondiale ammetterebbe di aver ricevuto “una donazione da Fight Impunity, dell’importo complessivo inferiore a 50 mila euro”, che l’ong di Antonio Panzeri gli avrebbe versato per “rimborsare alcuni dei costi della campagna per il Congresso dell’ITUC”, tenutosi il mese scorso a Melbourne. Congresso durante il quale, assicurano dalla Confederazione, “è stato rafforzato il costante impegno dell’ITUC per le riforme in Qatar e in altri Stati del Golfo”. Quei 50 mila euro, avrebbe tuttavia dichiarato Visentini, “non sono collegati ad alcun tentativo di corruzione, né di influenzare la posizione del sindacato sul Qatar”.
Kaili confessa e Panzeri accusa
Intanto il quotidiano belga Le Soir, che è riuscito a visionare alcuni documenti redatti dagli inquirenti, ha reso nota la parziale confessione dell’ex vice presidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, che lo scorso 9 dicembre era stata colta in flagrante dalla polizia federale, con più 500 mila euro in contanti rinvenuti nell’abitazione e nella valigia che il padre dell’eurodeputata aveva con sé in un hotel della capitale belga.
Kaili, che fin qui si era sempre dichiarata estranea ai fatti, avrebbe ammesso di aver incaricato il padre di nascondere le mazzette e di essere a conoscenza della ‘cricca’ manovrata dal suo compagno, Francesco Giorgi, e da Antonio Panzeri. Sempre dal carcere di Haren, dove tutti e tre sono detenuti, anche l’ex eurodeputato del Pd e presidente della ong Fight Impunity avrebbe riconosciuto il suo coinvolgimento, puntando il dito contro l’ex collega socialista Marc Tarabella, indicato da Panzeri come il vero beneficiario dei “regali” dai Paesi terzi coinvolti. Eventuali conferme o smentite potranno verificarsi giovedì 22 dicembre, quando Eva Kaili si presenterà al Palazzo di Giustizia di Bruxelles per l’udienza preliminare.