Bruxelles – Tra ottobre e novembre l’inflazione nell’eurozona si è ridotta di mezzo punto, scendendo dal 10,6 per cento al 10,1 per cento. I dati consolidati di Eurostat confermano il rallentamento annunciato con la diffusione delle stime preliminari, anche se rispetto a queste ultime si ritocca all’insù di 0,1 punti percentuali: 10,1 anziché 10. Il contributo maggiore al tasso di inflazione annuo dell’area dell’euro dipende dall’energia (+3,82 punti percentuali, pp), seguita da generi alimentari, alcol e tabacco (+2,84 pp), servizi (+1,76 pp) e beni industriali non energetici (+1,63 pp).
Resta stabile al 12,6 per cento l’indice italiano, che non cambia rispetto a ottobre. Tra le principali economie dell’eurozona si registrano inversioni di tendenza in Spagna (-0,6 pp, a 6,7 per cento) e Germania (-0,3 pp, a 10,5 per cento), e si segnalano anche i rallentamenti in Belgio (-2,6 pp, a 10,5 per cento) e Paesi Bassi (-5,5 pp, a 11,3 per cento). Resta comunque un’inflazione a doppia cifra in 11 Paesi con la moneta unica sui 19 totali.