Bruxelles – È sempre più teso il rapporto tra l’Unione Europea ed Elon Musk, per le politiche digitali di Twitter dopo l’acquisizione del magnate sudafricano naturalizzato statunitense. “Le notizie sulla sospensione arbitraria di giornalisti su Twitter sono preoccupanti, il Digital Services Act richiede il rispetto della libertà dei media e dei diritti fondamentali e Musk dovrebbe esserne consapevole”, è l’avvertimento della vicepresidente per i Valori e la trasparenza, Věra Jourová, in un tweet che ha minacciato “linee rosse e sanzioni, presto“.
Il nuovo casus belli tra Bruxelles e l’azienda digitale della Silicon Valley è la sospensione degli account Twitter di diversi giornalisti che si occupano di tecnologia e che negli ultimi mesi erano stati molto critici nei confronti del nuovo proprietario Musk. Tra i profili al momento sospesi compaiono quelli di Ryan Mac del New York Times, Drew Harwell del Washington Post, Donie O’Sullivan della CNN, Matt Binder di Mashable, Micah Lee di The Intercept e i giornalisti freelance Aaron Rupar e Tony Webster. Contemporaneamente è stato sospeso anche il profilo ufficiale di Mastodon, diretto competitor di Twitter che si propone come alternativa decentralizzata.
“Non commentiamo nel caso specifico, anche se prendiamo atto che si tratta di profili di giornalisti”, ha spiegato oggi (venerdì 16 dicembre) alla stampa il portavoce-capo della Commissione Ue, Eric Mamer. L’azienda non ha fornito spiegazioni in modo ufficiale e sugli account – tutti verificati con la famosa ‘spunta blu’ – compare solo la scritta “sospendiamo gli account che violano le Regole di Twitter“. Il forte sospetto è che la decisione sia legata al fatto che recentemente i giornalisti in questione abbiano twittato o ricondiviso link che rimandavano al profilo Mastodon ‘ElonJet’, l’account che segnala in tempo reale i voli compiuti dal jet privato di Musk (prendendo i dati da siti di dominio pubblico che seguono i tragitti degli aerei di linea e privati).
News about arbitrary suspension of journalists on Twitter is worrying. EU’s Digital Services Act requires respect of media freedom and fundamental rights. This is reinforced under our #MediaFreedomAct. @elonmusk should be aware of that. There are red lines. And sanctions, soon.
— Věra Jourová (@VeraJourova) December 16, 2022
Le altre preoccupazioni Ue su Twitter
Ma quella sulla sospensione dei giornalisti è l’ultima di una lunga serie di preoccupazioni della Commissione Europea nei confronti del nuovo Twitter di Musk. A fine novembre il gabinetto von der Leyen si era espresso contro la chiusura temporanea (ma al momento ancora in atto) dell’ufficio europeo a Bruxelles, in particolare per le conseguenze sul piano dell’implementazione del Codice di condotta Ue sulla disinformazione e della nuova legge sui servizi digitali (Digital Services Act) da parte della piattaforma statunitense. Ed è proprio su questi due file che l’esecutivo comunitario è particolarmente vigile.
Dopo l’ultima relazione del 24 novembre sulle misure messe in pratica dai firmatari del Codice di condotta sulla disinformazione – che ha dimostrato come le rimozioni di discorsi d’odio da parte di Twitter siano diminuite di circa il 5 per cento rispetto al 2021 – proprio l’azienda di Musk ha deciso di smettere di valutare la disinformazione legata al Covid-19, uscendo di fatto dal programma di rendicontazione europeo sulla responsabilità delle Big Tech nella diffusione di notizie legate alla pandemia e alla campagna di vaccinazione.
Nel frattempo, in una videochiamata tra il commissario per il Mercato interno, Thierry Breton, e il magnate sudafricano naturalizzato statunitense, la Commissione ha messo in chiaro che Twitter “dovrà implementare politiche trasparenti per gli utenti, rafforzare in modo significativo la moderazione dei contenuti e affrontare la disinformazione“. Si teme soprattutto che l’azienda non rispetti la nuova legislazione Ue che rende responsabili le piattaforme per la diffusione di contenuti illegali e la disinformazione attraverso i social media, il Digital Services Act. La legge sui servizi digitali è entrata in vigore lo scorso primo novembre e Bruxelles non ha nessuna intenzione di fare sconti al nuovo proprietario di Twitter: il Dsa prevede anche valutazioni indipendenti (e annuali) dei rischi sistemici di disinformazione, contenuti ingannevoli, violazione dei diritti fondamentali dei cittadini e violenza di genere e minorile.
Era stato lo stesso commissario Breton a fissare i primi paletti a fine aprile, quando era iniziato l’iter di acquisizione dell’azienda da parte di Musk, e il concetto è stato ribadito recentemente: “In Europa, l’uccellino [di Twitter, ndr] volerà secondo le nostre regole”. Sia il titolare per il Mercato interno nel gabinetto von der Leyen, sia la vicepresidente responsabile per il Digitale e commissaria per la Concorrenza, Margrethe Vestager, hanno chiarito che l’esecutivo comunitario sta sorvegliando il comportamento della nuova dirigenza: la legge sui servizi digitali prevede multe fino al 6 per cento del fatturato globale delle aziende che violano le norme, proprio ciò a cui ha fatto implicitamente riferimento anche la vicepresidente Jourová. Nel 2021 il fatturato di Twitter è stato di circa 5 miliardi di dollari: la massima sanzione possibile si attesterebbe perciò attorno ai 300 milioni di dollari.
Un’ultima questione è quella legata al sevizio di abbonamento ‘Twitter Blue’ per la verifica degli account, diventata a pagamento (8 dollari al mese) da inizio dicembre. “Penso che potersi fidare della persona con cui si ha a che fare sia assolutamente essenziale in questi anni di disinformazione”, ha commentato la vicepresidente Vestager. Tuttavia, “se Twitter avrà degli account falsi, penso che il suo modello di business sia fondamentalmente difettoso“, è la preoccupazione della responsabile dei dossier digitali della Commissione: “Se bisogna pagare per essere controllati e certificati, ma chiunque può essere te, penso che questo modello di business sia completamente sbagliato”. Ma il problema riguarda anche la sospensione arbitraria degli account verificati con la spunta blu a pagamento e questo rischia di assumere i tratti della censura nel mondo online.