Bruxelles – Lavorare con l’amministrazione Biden sui punti più critici del suo piano contro l’inflazione, adeguare le norme europee per gli aiuti di stato per tutto il tempo necessario; potenziare gli investimenti europei per accelerare la transizione verde, nel breve periodo attraverso ‘RepowerEu’ e, nel lungo, attraverso un nuovo fondo europeo per la sovranità; e accelerare lo sviluppo delle energie rinnovabili. E’ un piano in quattro punti quello che la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha presentato oggi (15 dicembre) ai capi di stato e governo riuniti all’ultimo Vertice Ue dell’anno per dare una risposta europea all’Inflation Reduction Act (IRA), il massiccio piano di investimenti per le tecnologie verdi varato dal governo statunitense, che fa preoccupare l’Ue perché potrebbe svantaggiare le imprese europee dal momento che prevede sgravi fiscali per acquistare prodotti americani tra cui automobili, batterie ed energie rinnovabili.
Tra Bruxelles e Washington è stata istituita una task force di alto livello per risolvere la questione, ma la decisione Usa spinge l’Ue a prendere azioni rapide. La ricetta europea è in quattro punti e nei prossimi mesi seguiranno proposte concrete da parte dell’Esecutivo comunitario, ha assicurato la presidente in conferenza stampa al termine del Consiglio europeo. A partire dalla revisione del quadro di norme sugli aiuti di stato, per renderli più semplici e veloci, che arriverà a gennaio. “L’equivalente tipico delle agevolazioni fiscali a livello europeo sono gli aiuti di Stato. E quindi a gennaio ci faremo avanti con una proposta di aiuti di Stato non solo più veloce, più semplice, ma anche più prevedibile”, ha spiegato von der Leyen, considerando in generale l’IRA qualcosa di “generalmente positivo, perché è la prima volta che gli Stati Uniti investono massicciamente nella transizione”. Ma quello che Bruxelles cerca è “equità” nel trattamento delle proprie imprese, con le agevolazioni fiscali che nel lungo periodo “potrebbero discriminare le imprese europee e sussidi alla produzione con lo stesso effetto”.
We need to ensure that the EU maintain its global leadership in clean tech despite stiffening competition.
I have presented a 4 point plan to Leaders, to respond effectively to the US Inflation Reduction Act.
The @EU_Commission will now move forward and make proposals. pic.twitter.com/pYTabhPw10
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) December 15, 2022
Oltre a modificare le regole sugli aiuti di stato, von der Leyen punta a potenziare gli investimenti nelle tecnologie verdi: nel breve termine, attraverso il piano ‘RepowerEu’ presentato a maggio scorso per affrancare l’Ue dai combustibili fossili russi, e a medio termine, con la prospettiva di dare vita a un fondo di sovranità per l’industria, da finanziare con risorse comuni, in risposta al piano statunitense. Pochi ancora i dettagli, ma da quanto ha scritto von der Leyen in una lettera indirizzata ai 27 alla vigilia del Vertice, l’idea sarebbe quella di sfruttare la revisione intermedia del bilancio pluriennale (2021-2027) prevista in estate per avanzare una proposta concreta sul fondo. Questi i piani della Commissione Ue, che però potrebbe essere costretta a tagliare i tempi, vista la richiesta arrivata al Consiglio europeo nelle conclusioni del Vertice di presentare le prime idee già a gennaio.
Il fondo sovrano per l’industria apre la sensibile questione di emettere nuovo debito comune, sulla scia del debito emesso per il Next Generation Eu e rischia di non mettere d’accordo i governi. Ad aprire al fondo di sovranità è anche il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, in conferenza stampa al fianco di von der Leyen. “Ci vuole un meccanismo come Sure che dovrà essere previsto per garantire che ci sia equità all’interno dell’Unione europea mentre nel medio termine che venga introdotto un Fondo per la sovranità che dovrà essere collegato all’idea dell’autonomia strategica”, ha detto. Da una parte, quindi, il potenziamento dei sussidi statali alle imprese, dall’altra dar vita a un Fondo di sovranità europeo con cui finanziare un politica industriale dell’Ue e affrontare così il problema dell’asimmetria tra Paesi Ue che hanno o non hanno spazio fiscale per approvare aiuti di stato a pioggia (come nel caso italiano).
La discussione che si è tenuta al Vertice per quanto riguarda le relazioni transatlantiche si è concentrata prevalentemente sulla risposta al piano americano. Sempre secondo quanto si apprende a Bruxelles, nella discussione i leader dell’Ue hanno sottolineato la necessità di sviluppare in casa una strategia europea “per salvaguardare la base economica, industriale e tecnologica dell’Europa, per rispondere ai prezzi elevati dell’energia e per rendere l’economia europea adatta alla transizione verde e digitale e ridurre le dipendenze strategiche, preservando al contempo condizioni di parità”, riferisce una fonte diplomatica. E in relazione all’Ira statunitense, i leader hanno incaricato la Commissione europea di presentare proposte già nel gennaio 2023 per “condurre un’analisi al fine di mobilitare tutti i pertinenti strumenti nazionali e dell’Ue nonché di migliorare le condizioni quadro per gli investimenti, anche attraverso procedure amministrative semplificate”, si legge nel testo di conclusioni adottate relativamente al capitolo sull’energia. Le prime proposte della Commissione arriveranno a gennaio, dopodiché i leader avranno modo di discuterne in maniera più approfondita al Vertice straordinario annunciato oggi per il 9-10 febbraio: al centro dell’agenda ci sarà il tema migrazioni, ma Michel ha chiarito che sarà una buona occasione per discutere anche del piano per l’industria dell’Ue.
Anche la premier Giorgia Meloni avrebbe fatto notare ai partner Ue come il tempo perso nel trovare un’intesa sul meccanismo di riduzione del prezzo sia in realtà in contraddizione rispetto alla discussione sulla competitività dell’industria europea nei confronti degli altri concorrenti globali.
Senza mezzi termini, nel suo intervento di apertura al Vertice, questa mattina la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha definito l’Ira,“da un lato lo sforzo per conciliare transizione energetica e sicurezza energetica, dall’altro un segno di protezionismo strisciante”. La presidente dell’Eurocamera ha insistito sul fatto che la “lotta al cambiamento climatico dovrebbe essere fatta insieme e non a spese della base industriale dell’altro”.