Bruxelles – Migranti, e in più in generale difesa dei diritti fondamentali. L’Italia ha ancora molto lavoro da fare, secondo l’ultima relazione annuale della Commissione europea in materia. Quello che emerge, innanzitutto, è che ci sono ancora ritardi. A oggi, rileva l’esecutivo comunitario, “quattro Stati membri non hanno ancora istituito un’istituzione nazionale per i diritti umani accreditata in linea con i principi di Parigi delle Nazioni Unite”. Tra questi quattro Stati membri figura l’Italia, gli altri sono Repubblica ceca, Malta e Romania. Il motivo è dovuti ai ritardi nell’iter legislativo, e la raccomandazione per le istituzioni nazionali è dunque “intensificare gli sforzi” per creare questa Authority.
Ma c’è dell’altro. Nella consultazione condotta per produrre la relazione annuale, il 61 per cento delle organizzazioni della società civile ha riferito di aver incontrato ostacoli che limitano il loro “spazio sicuro”. Vuol dire aver sofferto attacchi verbali, intimidazioni, aggressioni, narrazioni negative, campagne diffamatorie o disinformazione, attacchi informatici sui loro siti. Nel caso specifico dell’Italia, hanno dichiarato di essere “particolarmente presi di mira” soprattutto i gruppi della società civile che lavorano sui diritti dei migranti.
“È necessario uno sforzo sostenuto da parte di tutti per garantire che le organizzazioni della società civile e i difensori dei diritti siano protetti, sostenuti e responsabilizzati”, il richiamo di Vera Jourova, vicepresidente della Commissione europea, responsabile per i Valori e la trasparenza. Un invito standard, valido per tutti, ma che per l’Italia è riferito soprattutto per le due aree di maggiore criticità contenute nel documento di una trentina di pagine. “La società civile è un pilastro fondamentale della democrazia europea“, insiste la commissaria. “Queste organizzazioni sono fondamentali per attuare le politiche dell’UE, anche nel settore dei diritti fondamentali e per rafforzare la resilienza democratica”.
Commissione europea e istituzioni Ue, fin qui, la loro parte la stanno facendo. L’accordo sul bilancio comunitario pluriennale 2021-2027 mette a disposizione 1,55 miliardi di euro per progetti che tutelano e sostengono i diritti fondamentali. Si tratta dell’importo “più elevato mai previsto” dal bilancio dell’UE, ricordano a Bruxelles. Ora serve l’impegno degli Stati.