Bruxelles – Il piano strategico italiano per la nuova Politica agricola comune (Pac) 2023-2027 ha ricevuto il timbro della Commissione Europea e ora potrà contare su un budget complessivo da 35,1 miliardi di euro. “L’Italia è uno dei maggiori produttori agricoli e trasformatori di alimenti dell’Ue, con un settore agricolo molto diversificato”, ha sottolineato l’esecutivo comunitario, dando il via libera oggi (venerdì 2 dicembre) al piano di Roma, che prevede un sostegno dal bilancio comunitario pari a 26,6 miliardi e altri 8,5 da quello nazionale.
La prima proposta di piano strategico della Pac era stata presentata il 31 dicembre dello scorso anno, ma ad aprile era stata bocciata dal gabinetto von der Leyen a causa di “numerosi elementi mancanti, incompleti o incoerenti”. Il 15 novembre è stata così presentata la proposta rivista – con la risposta alle osservazioni della Commissione e l’aggiornamento rispetto alle conseguenze della guerra russa in Ucraina – fino alla luce verde arrivata oggi da Bruxelles. Il punto di partenza è l’importanza cruciale del settore agricolo e del sistema agroalimentare nell’economia del Paese, dal momento in cui rappresentano rispettivamente il 2 e il 15 per cento del prodotto interno lordo. Secondo quanto si legge nel piano strategico, l’Italia conta circa 1,1 milioni di aziende agricole – che coprono circa 12,6 milioni di ettari della superficie agricola nazionale – di cui la maggior parte è di piccole dimensioni (mediamente 11 ettari) e a conduzione familiare.
Per quanto riguarda gli obiettivi del piano strategico italiano della Pac, la strategia punta a migliorare la competitività e la sostenibilità di un’agricoltura diversificata, a garantire un reddito adeguato agli agricoltori e a lottare contro la sfruttamento della manodopera, ma anche a proteggere le attività dagli effetti del cambiamento climatico e a ridurre l’impatto sull’ambiente. Per tutti questi motivi saranno destinati 17,61 miliardi di euro alla stabilizzazione del reddito degli agricoltori, garantendo una più equa distribuzione degli aiuti: dal 2023 sarà fissato un tetto massimo di 2 mila euro al valore che un agricoltore può ricevere per ettaro come sostegno di base al reddito. Il piano prevede anche interventi settoriali dedicati ai settori vitivinicolo, dell’ortofrutta, dell’olio d’oliva e dell’apicoltura.
Sul fronte ambientale (inquinamento delle acque, perdita di biodiversità ed emissioni), oltre 10 miliardi di euro sono destinati a interventi in questo ambito, con 35 schemi volontari che compenseranno gli agricoltori per i costi aggiuntivi e le perdite di reddito derivanti dall’applicazione di pratiche più ecosostenibili. Circa 37 milioni di euro saranno destinati a migliorare i metodi di distribuzione dei fertilizzanti e del concime nel suolo ed è previsto uno stanziamento pari a 518 milioni di euro per promuovere sistemi di agricoltura integrata su 2,14 milioni di ettari, per ridurre l’inquinamento di acqua, suolo e aria e sviluppare l’economia circolare nelle aziende agricole. Saranno anche stanziati circa 2 miliardi per l’agricoltura biologica (che dalla Commissione è considerata una tecnica di produzione in linea con gli obiettivi del Green Deal Europeo), con l’obiettivo di aumentare la superficie coltivata a biologico fino al 25 per cento di quella agricola complessiva entro il 2027.
Sul piano sociale sarà centrale l’intervento per contrastare lo spopolamento e l’abbandono delle attività agricole nelle aree rurali. Di qui il rafforzamento delle politiche a favore dei giovani agricoltori, attraverso la mobilitazione di 1,07 miliardi di euro. Circa 741 milioni saranno destinati alla creazione di 16 mila nuove opportunità imprenditoriali rivolte a giovani, ai disoccupati e alle imprenditrici e saranno sostenuti progetti innovativi e start-up con una forte attenzione alla digitalizzazione (con un ulteriore stanziamento a questo proposito di 2,22 miliardi). Le azioni si concentreranno soprattutto sugli strumenti digitali, la meccanizzazione, il benessere degli animali (con un budget specifico dedicato da 2 miliardi) e la formazione professionale. Il piano italiano stima che saranno coinvolte circa 358 mila persone in consulenze, gruppi operativi e circa 70 mila corsi di formazione, che aumenteranno il sistema della conoscenza e dell’innovazione in agricoltura.