Bruxelles – Verificare che ogni tonnellata di carbonio rimossa dall’atmosfera sia realmente assorbita, e non solo dichiararlo. La Commissione europea ha proposto oggi (30 novembre) un nuovo regolamento per dar vita al primo quadro a livello europeo (volontario) per una certificazione affidabile degli assorbimenti di carbonio, che possano contribuire in concreto agli obiettivi di neutralità climatica al 2050. Questo perché se per diventare neutrali dal punto di vista climatico al centro degli sforzi Ue c’è il taglio delle emissioni, è impossibile pensare di neutralizzarle senza aumentare la quantità di carbonio rimossa dall’atmosfera attraverso pratiche naturali o tecnologie specifiche.
Perché le attività di rimozione del carbonio possano essere certificate, il regolamento propone che debbano essere in linea con quattro ‘criteri di qualità’: devono essere misurate accuratamente e fornire benefici inequivocabili per il clima (quantificazione); andare oltre le pratiche esistenti e a quanto richiesto dalla legge (addizionalità); essere legato alla durata dello stoccaggio del carbonio in modo da garantire lo stoccaggio permanente (stoccaggio a lungo termine); preservare o contribuire agli obiettivi di sostenibilità come l’adattamento ai cambiamenti climatici, l’economia circolare, le risorse idriche e marine e la biodiversità (sostenibilità della rimozione).
Le pratiche di assorbimento del carbonio possono essere sia le tecnologie industriali, come la bioenergia con cattura e stoccaggio del carbonio (BECCS) o la cattura e lo stoccaggio del carbonio nell’aria diretta (DACCS), sia pratiche ‘naturali’ tramite agricoltura e silvicoltura, come lo stoccaggio del carbonio nei suoli e nelle foreste o ridurre il rilascio di carbonio dai suoli e creare un nuovo modello di business per agricoltori e silvicoltori. Il quadro per i certificati della CO2 era stato annunciato a dicembre 2021 nella comunicazione sui cicli del carbonio sostenibili, cioè su buone pratiche e “soluzioni sostenibili per la rimozione e il riciclo del carbonio” per riciclare, rimuovere, immagazzinare in maniera “sostenibile” la CO2 che contribuisce ai cambiamenti climatici, attraverso innovazione e tecnologie, ma anche soluzioni in natura, come l’agricoltura del carbonio (carbon farming) o delle foreste.
“Vogliamo che la rimozione del carbonio offra nuove e aggiuntive fonti di reddito per i tanti agricoltori desiderosi di fare di più per la biodiversità, ma faticano a trovare i finanziamenti necessari per farlo”, ha chiarito il vice presidente esecutivo per il Green Deal, Frans Timmermans, presentando in conferenza stampa l’iniziativa, spiegando che “con questa certificazione per la rimozione del carbonio, il sostegno finanziario andrà a quegli agricoltori, silvicoltori e gestori del territorio che scelgono pratiche con notevoli vantaggi aggiuntivi per la biodiversità”. Concretamente, un operatore può avanzare la domanda alla Commissione Ue per vedersi riconosciuta la certificazione, sarà un organismo di certificazione indipendente a effettuare audit periodici dell’attività di rimozione del carbonio per verificare il rispetto dei criteri di qualità e, in caso positivo, rilasciare un certificato di conformità.
La proposta di regolamento è stata avanzata nel più ampio pacchetto sull’economia circolare e sarà ora discussa dal Parlamento europeo e dal Consiglio. Sulla base dei criteri di qualità la Commissione svilupperà dei metodi di certificazione su misura per i diversi tipi di attività di rimozione del carbonio, con l’idea di convocare la prima riunione del gruppo di esperti nel primo trimestre del 2023.