Bruxelles – Una nuova linea d’azione per sviluppare l’uso su larga scala dei droni entro il 2030. Con la Strategia europea per i droni 2.0 presentata oggi (martedì 29 novembre) dalla commissaria per i Trasporti, Adina Vălean, il gabinetto von der Leyen ha cercato di tratteggiare la visione per un ulteriore sviluppo del mercato europeo dei velivoli senza pilota, nel quadro di sicurezza “più avanzato al mondo” sia sul piano della sicurezza sia della definizione dei requisiti tecnici: “Con l’arrivo di una nuova generazione di velivoli a propulsione elettrica in grado di operare in ambiente urbano e regionale, dobbiamo garantire che la sicurezza delle operazioni nei nostri cieli e condizioni che soddisfino esigenze commerciali, di privacy e sicurezza”.
Il punto di partenza è il pacchetto U-space dall’aprile 2021, che ha armonizzato i requisiti minimi e la fornitura di servizi attraverso i droni (e che sarà implementato nel gennaio del prossimo anno), permettendo il volo per centinaia di migliaia di ore nei cieli europei per il rilievo di infrastrutture, il monitoraggio di fuoriuscite di petrolio o il campionamento del suolo. Dal 2003 l’Unione ha investito quasi 980 milioni di euro nello sviluppo o nell’utilizzo dei droni per applicazioni innovative, finanziando 320 progetti nell’ambito dei suoi programmi di ricerca e innovazione.
Ma attraverso il sistema già in atto per gestire il traffico di velivoli senza pilota in modo sicuro saranno ora gettate le basi per un aumento delle operazioni e per un mercato che “potrebbe valere 14,5 miliardi di euro e creare 145 mila posti di lavoro entro il 2030”, ha sottolineato con forza la commissaria Vălean. Lo sforzo coinvolge però non solo Bruxelles, ma anche comuni, regioni e Paesi membri Ue, per garantire che i servizi con i droni siano in linea con le esigenze dei cittadini, anche per quanto riguarda le preoccupazioni relative a rumore, sicurezza e privacy.
Nell’ambito della Strategia presentata oggi, si prevede che i droni diventeranno parte della vita europea, non solo come servizi di emergenza, mappatura, spezione e sorveglianza “nell’ambito dei quadri giuridici applicabili”, ma anche per la consegna di piccole spedizioni (campioni biologici o medicinali) e l’introduzione di mobilità aerea innovativa, inclusi i taxi aerei: “Forniranno servizi di trasporto regolari per i passeggeri, inizialmente con un pilota a bordo, ma con l’obiettivo finale di automatizzare completamente le operazioni”, specifica la Commissione Ue.
Per fare tutto questo è necessario identificare i blocchi tecnologici critici, come l’intelligenza artificiale, la robotica, i semiconduttori, i servizi spaziali e le telecomunicazioni mobili transfrontaliere, per costruire un settore competitivo e strategicamente indipendente. Ecco perché la Strategia 2.0 mira sia a individuare aree di sinergia tra droni civili e da difesa, sia ad avviare i lavori su 19 azioni-chiave operative, tecniche e finanziarie per creare un ambiente normativo e commerciale su misura per lo spazio aereo e il mercato dei droni del prossimo futuro. In questo contesto si inserisce l’adozione di norme comuni per l’aeronavigabilità e di nuovi requisiti di formazione per i piloti di velivoli remoti, il finanziamento di una piattaforma online per supportare aziende e parti interessate e la definizione di una tabella di marcia per la tecnologia dei droni: dovranno essere identificate le aree prioritarie per la ricerca e l’innovazione e i criteri per un’etichetta volontaria per la cybersicurezza.