La questione aperta dai due missili russi che a quanto pare (mentre scriviamo nessuna delle parti conferma ufficialmente le notizie della stampa locale, e già Mosca parla di una falsa notizia, di una “provocazione”) sono caduti in territorio polacco, a pochissima distanza dalla frontiera con l’Ucraina, uccidendo due persone, deve essere chiarita e deve finire entro poche ore, possibilmente prima ancora che sorga l’alba di domani.
Ci sono solo tre modi modi perché finisca: 1) che come alcune fonti affermano si tratti “solo” di schegge provenienti da missili russi distrutti in volo dalle forze ucraine; 2) che invece fossero missili “interi” e che dunque Mosca si prostri e chieda perdono per quanto accaduto, incolpando qualche inesperto artigliere che, per ben due volte, ha sbagliato a calibrare la traettoria dei missili, oppure 3) che la Nato risponda in una maniera che non sia possibile fraintendere, ad esempio potenziando enormemente le capacità di difesa dell’Ucraina e spostando nuove truppe nei Paesi confinanti.
Ovviamente la prima soluzione è la migliore, si porterebbe uno strascico di polemiche e di accuse infinite, ma impedirà che si scateni una guerra. La seconda anche potrebbe chiudere la questione, lasciando però un’ennesima tragica macchia su Mosca.
La terza soluzione, che nessuno nella Nato desidera, potrebbe portare alle porte di una nuova guerra mondiale. Molto dipende dal governo polacco, da quanto il Consiglio di sicurezza nazionale riunito in queste ore deciderà di chiedere agli alleati, nonostante che, ne siamo certi, gli alleati stanno facendo di tutto in queste ore per evitare di dover rispondere militarmente a questo “incidente”. Questa è la linea che l’Alleanza ha sempre seguito si dall’inizio della crisi, e questa è la linea che si tenterà, con determinazione, di seguire. Ma certo le pressioni dai Paesi baltici, dalla Finlandia, per sentirsi protetti cresceranno in maniera esponenziale.
Certo è che però la Nato non potrà affrontare la crisi con leggerezza, se si tratterà, alla fine degli accertamenti, di un attacco russo. L’articolo 5 del Trattato dell’alleanza dice chiaramente che un attacco contro uno sarà considerato come un attacco contro tutti. Il che, naturalmente, non vuol dire che la risposta sia automaticamente. un attacco militare
Non si può lasciare che questa Russia guidata da Vladimir Putin possa “sbagliare” a sparare due missili e che la cosa passi sotto il silenzio creato da un paio di note diplomatiche. La storia, antica e recente, dimostra che questa scelta non è possibile.
Non vogliamo credere che Putin abbia voluto intenzionalmente colpire la Polonia, i rischi a quali si espone, in un momento in cui la debolezza del suo esercito è evidente a tutti, russi compresi, sono di livello esistenziale. Una guerra contro la Nato durerebbe poco, e Mosca la perderebbe, anche se decidesse di usare l’arma nucleare. Ammesso che riesca a farlo.
Non possiamo però, visti i precedenti, neanche pensare che questo sia stato davvero un errore (ipotesi 2)). Putin è un uomo pericoloso, che sta chiaramente giocando le ultime carte della sua credibilità (che in realtà forse è finita da tempo), della sua carriera politica, e forse anche della sua stessa esistenza personale. Non sarebbe il primo a dire che tutto deve finire con lui.
Per questo la risposta della Nato dovrà essere forte, chiara, qualsiasi scusa possa presentare Mosca. Deve essere chiaro che l’Alleanza è pronta a rispondere. Per evitare una guerra di dimensioni impensabili.