Bruxelles – Un rapporto basato su 13 indicatori per confrontare la capacità innovativa e la competitività di Stati e regioni di Stati Uniti, Italia, Germania e Canada: al Parlamento europeo, il vice presidente di Information Technology and Innovation Foundation (ITIF), Stephen Ezell, ha presentato il Transatlantic Subnational Innovation Competitiveness Index. Lo studio è stato applicato a 96 entità territoriali, sulle due sponde dell’Atlantico, con l’obiettivo di fornire ai responsabili politici uno strumento comparativo e valutativo, per scambiare best practices e orientare l’azione dei governi.
Secondo l’indagine, il Massachusetts è al primo posto, grazie soprattutto alla sua rete di università leader a livello mondiale e a una popolazione mediamente molto istruita, ma anche a causa della concentrazione di distretti tecnologici e hub innovativi sul territorio; il land tedesco del Baden-Wurttemberg, sede di aziende come Mercedes-Benz e SAP, guida le regioni europee e si posiziona al terzo posto, dopo la California.
Più che comparare entità territoriali con ordini di grandezza e con prerogative molto differenti, è interessante guardare i dati nazionali: la Germania è al primo posto, con un punteggio complessivo mediano di 45.3, seguita dagli USA con 33.9; al terzo posto l’Italia, le cui regioni più virtuose sono Emilia Romagna e Lombardia, davanti al Canada.
In generale, la tendenza del nostro Paese non stupisce: le regioni settentrionali ottengono i migliori risultati, mentre il fanalino di coda è la Calabria. Secondo il rapporto, le autorità italiane dovrebbero lavorare, a tutti i livelli, per ampliare l’accesso all’istruzione superiore, investire nelle competenze scientifiche e tecnologiche (STEM) e per attrarre più capitale di rischio e investimenti diretti all’estero. Questa la ricetta per promuovere le industrie avanzate e incentivare attività di ricerca e sviluppo, fondamentali in un’economia globale sempre più guidata dalla conoscenza, dalla tecnologia e dall’innovazione.