Bruxelles – Avanti con il Green Deal e la transizione sostenibile. E’ questa la chiave per un futuro a prova di brutte sorprese climatiche, certo, ma pure uno degli elementi essenziali per abbattere un’inflazione sempre più rampante che non fa bene a consumi e produzione. Christine Lagarde approfitta dell’avvio dei lavori della Conferenza sul clima dell’Onu (Cop27) per esortare una volta di più i governi a fare ciò che serve. Dalle pagine del blog della BCE, la presidente della Banca centrale insiste innanzitutto sul cambio di paradigma energetico: “Gli sforzi rafforzati per spostare la nostra fornitura di energia verso energie rinnovabili più economiche dovrebbero in definitiva contribuire a rallentare l’inflazione”.
Avanti con le riforme e i programmi di trasformazione dell’economia, tradotto in sintesi. Sono sforzi ancor più vigorosi che ricadono sulle spalle dei governi. Sono loro a dover agire, in chiave sostenibile, in modo da mitigare e ridurre i cambiamenti climatici e rischi derivanti. Perché, ragiona Lagarde, gli eventi meteorologici estremi, “possono danneggiare le infrastrutture, devastare i raccolti e interrompere le catene di approvvigionamento”. Tutto questo, “può far aumentare i prezzi dei prodotti chiave e quindi alimentare l’inflazione, rendendo più difficile per noi mantenere i prezzi stabili”.
La Bce da sola può poco o comunque non può fare tutto. Una storia non nuova che Lagarde ripropone sulla scia di un qualcosa che non può e non deve essere ignorato. Che si parli di politica monetaria o politica tradizionale, occorre “mantenere il cambiamento climatico all’ordine del giorno”. Con tutto ciò che ne deriva. Politiche responsabili e continue. “L’unico modo per evitare il peggio – scrive – è rendere più verde la nostra economia”. Quindi avanti con il piano di ripresa, avanti con il Green Deal, e avanti anche con gli impegni in sede internazionale, come la conferenza per il clima. Come Bce, ricorda Lagarde, “non siamo gli attori principali nel passaggio a un’economia più verde, sono i governi e i parlamenti a capo” di tutto questo.