Bruxelles – Nell’agenda di Giorgia Meloni, alla sua prima uscita da prima ministra a Bruxelles, non poteva mancare la questione delle persone migranti ai confini del Paese. Perché è da sempre uno dei cavalli di battaglia della leader di Fratelli d’Italia, ma soprattutto perché è ancora in fase di stallo la trattativa con le tre navi ong (la Ocean Vikings di Sos Mediterranee, la Geo Barents di Medici senza frontiere e la Humanity 1 di Humanity Sos) che da più di dieci giorni attendono al largo delle coste della Sicilia un porto sicuro per far sbarcare le quasi mille persone migranti salpate dalle coste libiche, tra cui almeno cento minori.
La premier ha discusso con i vertici Ue del “cambio del punto di vista della posizione italiana, per cui la priorità, già prevista nelle normative europee, diventa la difesa dei confini esterni“. Posizione espressa chiaramente dal Viminale, con il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che ancora non ha concesso un porto alle navi battenti bandiera tedesca e norvegese, e confermata dal vice-presidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a Münster per il vertice G7: “Ho incontrato la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, e ho ribadito la posizione italiana sulle navi Ong: devono anche loro rispettare le regole europee”, ha twittato ieri sera Tajani.
Ho incontrato la Ministra degli Esteri tedesca @ABaerbock. Serve maggior coordinamento europeo, a partire da dossier migrazioni. Ho ribadito la posizione italiana sulle navi ONG. Devono anche loro rispettare le regole europee. Lavoreremo insieme per la pace in Ucraina #G7Muenster pic.twitter.com/ikKqaSk4QN
— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) November 3, 2022
Dopo aver incassato il “no” di Berlino alla richiesta di prendere in carico le 179 persone migranti a bordo della Humanity 1, battente bandiera tedesca, anche Oslo ha voltato le spalle all’Italia: “La Norvegia non ha alcuna responsabilità – si legge nella lettera inviata a Roma dall’ambasciata norvegese – in riferimento alle convenzioni sui diritti umani o del diritto del mare per le persone imbarcate a bordo di navi private battenti bandiera norvegese”.
Per chiudere il cerchio in questo continuo rimando di responsabilità, la Farnesina ha allora chiamato in causa Bruxelles: sempre da Münster, Tajani ha dichiarato che “l’Europa deve farsi carico del problema dell’immigrazione, in base al principio della sussidiarietà, come si fa carico dei rifugiati dell’Ucraina, deve farsi carico collettivamente del problema” delle persone migranti ai confini. La risposta delle istituzioni Ue non si è fatta attendere: Annitta Hipper, portavoce dell’esecutivo Ue, ha ricordato che “la Commissione non è responsabile del coordinamento di queste operazioni in mare”, ma che “salvare vite in mare è un dovere morale e un obbligo legale per gli Stati membri”.
A Bruxelles si discute da mesi del nuovo patto sulla migrazione e l’asilo, su cui Parlamento e Consiglio Ue hanno raggiunto un accordo politico a settembre, e la cui proposta legislativa dovrebbe arrivare sul tavolo della Commissione “prima della fine dell’attuale legislazione, entro febbraio 2024”. In attesa della riforma del sistema di Dublino, quest’estate i Paesi Ue hanno trovato una soluzione temporanea: il meccanismo di solidarietà che prevede la redistribuzione volontaria delle persone migranti che sbarcano sulle coste mediterranee. I 18 Paesi che l’hanno firmato – tra cui Italia, Germania e Norvegia – hanno dato la loro disponibilità ad accogliere ottomila richiedenti asilo già registrati in un Paese di primo ingresso. Tuttavia, per ora dall’Italia sono state effettivamente trasferite solamente 38 persone in Francia e 74 in Germania.
La portavoce della Commissione Ue ha dichiarato che il meccanismo di solidarietà potrebbe essere messo in pratica anche per le mille persone migranti in attesa fuori dalle acque italiane, ma lo stallo alla messicana creatosi intorno alle tre navi non trova al momento vie d’uscita. Nonostante le condizioni di salute dei passeggeri siano in peggioramento, nonostante il razionamento di acqua e cibo sulle imbarcazioni, nonostante il forte rischio di maltempo previsto nei prossimi giorni, con onde fino a 6 metri.