Bruxelles – Costi energetici e alimentari che “potrebbero rimanere costantemente superiori alle attese”, un’inflazione elevata che “continua incidere su produzione e consumi”, una domanda di servizi che “si sta riducendo” al pari degli ordini manifatturieri. La situazione non è delle migliori, tanto che Christine Lagarde non può fare a meno di riconoscere che “la recessione si profila all’orizzonte“. La presidente della Banca centrale non nasconde le difficoltà, ma vuole comunque essere possibilista in senso opposto. “Non siamo nello scenario peggiore” per la crescita.
E’ vero, dice ai giornalisti dopo la riunione del consiglio direttivo che avalla un aumento dei tassi di interesse di un ulteriore 0,75 per cento rispetto a quanto già deciso, “c’è chiaramente un rallentamento” dell’economia. Ma rispetto allo scenario negativo della Bce che prevedeva una contrazione dello 0,9 nel 2023, “prevedevamo un completo stop delle forniture di gas dalla Russia, che non c’è”, spiega Lagarde. “C’è ancora una minima fornitura”. Ancora, “si prevedeva alcun processo di sostituzione, che invece c’è”. Sempre in quell’occasione “avevamo previsto che i prezzi delle commodities (materie prime, ndr) sarebbero aumentati e invece sono iniziati a ridursi”. Insomma, “molti aspetti non si sono materializzati”, e questa è una buona notizia. Ma certo, “permane l’incertezza”, e i rischi per le prospettive di crescita economica “sono chiaramente al ribasso, soprattutto nel breve termine”.
A preoccupare è chiaramente l’energia. E’ questa che traina l’inflazione, riducendo il potere d’acquisto delle famiglie, e quindi incidendo sulla domanda, e mettendo in difficoltà le imprese, e quindi colpendo il lato dell’offerta. “A settembre l’inflazione dei prezzi dell’energia ha raggiunto il 40,7 per cento”, ricorda Lagarde, e non a caso. Perché “per il breve periodo il principale rischio è l’aumento dei prezzi di distribuzione al dettaglio“, quindi al consumatore finale. E anche nel medio termine ‘inflazione “potrebbe risultare superiore alle attese in caso di aumento dei prezzi dell’energia” e dei generi alimentari.
La presidente della Bce non fornisce né numeri né cifre. Non si avventura con stime sull’andamento della crescita dell’Eurozona perché ancora non ci sono tutti gli elementi a disposizione per previsioni attendibili. Ma per il momento usa toni più tenui, rispetto al commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni, che invece una recessione non la esclude più e la dà ormai per certa.
“Ne sapremo di più a dicembre, quando avremo raccolto tutti i dati”, chiarisce Lagarde. Il consiglio direttivo tornerà a riunirsi il 15 dicembre, e sarà in quell’occasione che si potrà sapere se l’eurozona è in recessione oppure no. A inizio novembre, comunque, la Commissione pubblicherà le previsioni economiche d’autunno, e sarà quello un primo momento per avere un’idea della situazione.