Bruxelles – L’aria d’Italia? Sempre più inquinata, irrespirabile, e nociva. A domanda gli italiani rispondono, e non offrono una bella panoramica della situazione e della sua percezione. Interrogati sullo stato di salute dell’atmosfera urbana e non, sei tra uomini e donne (60 per cento) ritengono che negli ultimi dieci anni la situazione sia “peggiorata”, e la colpa è delle amministrazioni locali. E’ contro di loro che anche più di sei persone (69 per cento) puntano il dito, accusandole di “non aver fatto abbastanza” per impedire il deterioramento della situazione. Ecco quindi che l’ultimo sondaggio Eurobarometro suona da bocciatura per sindaci e presidenti di Regione.
Proprio a loro viene chiesta una maggiore presa di coscienza e, di conseguenza, di politiche atte a migliorare situazione e condizioni. Una richiesta che arriva praticamente in maniera unanime, dato che il 96 per cento degli italiani ritiene che la cattiva qualità dell’aria rappresenti “un serio problema” per la salute, in particolare per l’aumento di casi di asma (66 per cento) e l’insorgere di nuovi problemi cardiovascolari (63 per cento).
Eppure, quando si chiede agli italiani a quale livello dovrebbero essere definite le politiche di contrasto all’inquinamento atmosferico, due persone su tre (67 per cento) indicano “livello internazionale o globale”, e in seconda battuta “livello di Unione europea” (35 per cento).
Ad ogni modo, rispetto alla precedente edizione dello stesso tipo di sondaggio, quella prodotta e diffusa nel 2019, va detto che comunque il sentore generale è cambiato in meglio. I pessimisti sono crollati di 14 punti percentuali. Vuol dire che tre anni fa era il 74 per cento dei rispondenti a ritenere che le cose fossero peggiorate. Inoltre oggi c’è un 10 per cento in più a pensare che le cose sono rimaste com’erano. Che comunque, è un passo avanti rispetto ad un deterioramento.
Al netto della percezione del problema, gli italiani fanno poco. Solo il 29 per cento degli intervistati ammette di usare frequentemente i mezzi pubblici o preferire uno spostamento a piedi all’automobile. Ma quasi la metà degli intervistati (48 per cento) ammette di aver cambiato vecchi apparecchi dall’alto consumo energetico. Un modo per ridurre CO2, senza dubbio. Ma non per ridurre altre sostanze quali ossidi di azoto (Nox) e particolato (Pm10 e Pm2,5), principali responsabili dell’inquinamento atmosferico e della scarsa e insalubre qualità dell’aria e motivo di condanna da parte della Corte di giustizia dell’Ue.