Bruxelles – L’Unione europea mette nel mirino i territori d’oltremare britannici per le loro attività in materia fiscale. Anguilla e isole Turks e Caicos finiscono nell’elenco dell’UE delle giurisdizioni non cooperative a fini fiscali, insieme alle Bahamas. Una decisione presa dai ministri economici dei Ventisette, in occasione dell’ultima riunione dell’Ecofin. Sale così a 12 il numero dei Paesi considerati come poco trasparenti nella lotta a evasione ed elusione fiscale. Oltre ai tre territori britannici di fresca iscrizione, ci sono anche Samoa, Samoa americane, Fiji, Guam, Palau, Panama, Trinidad and Tobago, isole vergini americane e Vanuatu.
Mentre le isole Turks e Caicos finiscono nella lista nera dell’Ue per la prima volta da quando i Ventisette hanno dichiarato guerra ai paradisi fiscali, Bahamas e Anguilla tra i ‘cattivi’, dove erano finiti già, rispettivamente, nel 2018 e nel 2020. A distanza di tempo la situazione si è deteriorata. L’Ecofin ritiene che queste tre giurisdizioni, che “hanno tutte” un’aliquota zero o solo nominale dell’imposta sul reddito delle società, “stiano attirando profitti senza una reale attività economica“. Si decide quindi di mettere pressione ai territori d’oltremare britannici, e continuare a farne su chi già si trovava nell’elenco a dodici stelle.
Zbyněk Stanjura, ministro delle Finanze della Repubblica ceca, e presidente di turno del consiglio Ecofin, ostenta ottimismo. “Credo che tutti i 12 paesi nell’elenco manterranno i loro impegni e attueranno le necessarie riforme in materia fiscale il prima possibile, in modo che possano essere cancellati da questo elenco quando lo rivedremo tra sei mesi”.