Bruxelles – Preferire il coordinamento, andare avanti insieme ed evitare di procedere in ordine sparso. La Francia bacchetta la Germania per le sue misure unilaterali contro caro-energia e inflazione alle stelle, Berlino risponde: Non c’è nulla di male. Ma poi la riunione dell’Eurogruppo produce una dichiarazione che rimette in riga i tedeschi. Il confronto inizia a distanza, ed è tra i ministri delle Finanze dei due Paesi. Si consuma a margine dei lavori, nei rispettivi momenti di dichiarazione alla stampa che precedono la seduta. Arrivano a Lussemburgo in momento diversi, e allora, in ordine di successione, arriva innanzitutto l’affondo di Bruno Le Maire. “Di fronte alla crisi dell’energia c’è bisogno di essere più volonterosi, più uniti e più rapidi” nelle risposte. Servono, spiega il ministro francese, tre elementi. Il primo sono “aiuti mirati del sostegno finanziario”. A questi si aggiungono “solidarietà e concertazione tra gli Stati membri, altrimenti si rischia una frammentazione della zona euro”. Una velata bocciatura della mossa del governo federale di Scholz di mettere sul piatto 200 miliardi di euro per mettere al riparo il sistema tedesco.
La replica del partner non si fa aspettare, perché Christian Lindner si presenta dopo pochi minuti. I giornalisti chiedono conto delle mosse tedesche, e il titolare delle Finanze non si tira indietro. “Abbiamo deciso di realizzare uno scudo protettivo comprensivo per le famiglie e le nostra economia”. L’intervento coprirà “non solo il 2023, ma pure il 2024”, e oltretutto “se guardiamo le dimensioni dell’economia tedesca e il volume dello scudo, quest’ultimo è proporzionato”. Cosa giusta e doverosa, per il bene di tutti. Perché salvare l’economia tedesca vuol dire salvare l’eurozona tutta, evitando contagi.
La Germania tira avanti, ma la tirata d’orecchi arriva anche dalla Commissione europea. Paolo Gentiloni e Valdis Dombrovskis, i due commissari che condividono di dossier economici, inviano entrambi richiamo all’ordine a Berlino. “Una reazione è necessaria, con il massimo coordinamento” però, chiosa l’italiano. Le risposte alla crisi energetica vanno condotte “in modo temporaneo e mirato, ed estese in modo coordinato”, ribadisce il concetto il lettone. E lo farà ancora di più, la nota di fine seduta.
“Date le forti ricadute sui mercati energetici europei, coordineremo le nostre misure per preservare la parità di condizioni e l’integrità del mercato unico, anche astenendoci da adeguamenti fiscali dannosi”, l’accordo politico di principio trovato tra i diciannove. Una dichiarazione che sconfessa l’operato tedesco. Difficile immaginare che l’amministrazione Scholz torni indietro e cancelli il maxi-scudo da 200 miliardi, ma c’è la consapevolezza da parte di tutti che non si può cedere alla tentazione di procedere in ordine sparso. La nota congiunta parla a mercati e investitori, vuole dare garanzie e sicurezza, e mostrare un ritrovato clima di unità di intenti.
“Per affrontare le sfide che dobbiamo affrontare, è necessario uno stretto coordinamento delle politiche economiche anche in un senso più ampio”, continuano i ministri economici di Eurolandia. In particolare, “dovremmo cercare di evitare che lo shock dei prezzi energetici si trasformi in effetti di secondo impatto e in un’accelerazione più persistente delle dinamiche inflazionistiche che danneggerebbero le nostre economie”. Per questo “cerchiamo di astenerci da politiche che aumenterebbero la pressione inflazionistica”.