Bruxelles – Nessun commento sui risultati elettorali in Italia, ma la Commissione europea punta a intavolare una “cooperazione costruttiva con il nuovo governo” che nelle prossime settimane si insedierà a Palazzo Chigi. Di qualunque matrice politica sarà. Appena tredici ore dopo la chiusura dei seggi elettorali in Italia, il portavoce della Commissione Ue Eric Mamer ha commentato durante il briefing con la stampa che la presidente dell’esecutivo, Ursula von der Leyen, lavora con tutti “i governi che escono dalle urne negli Stati membri. E sarà così anche in questo caso, come negli altri”, ha aggiunto, sottolineando che Bruxelles spera di poter avere una “cooperazione costruttiva con le nuove autorità italiane”.
I risultati elettorali restituiscono l’immagine di un’Italia che cambia direzione, con la coalizione di centrodestra formata da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia che si impone nel futuro Parlamento con una maggioranza assoluta in entrambe le Camere e verosimilmente porterà a indicare la leader Fdi Giorgia Meloni prima donna premier in Italia. Bruxelles resta a guardare come l’iter costituzionale italiano, dopo la formazione delle Camere, porterà all’insediamento del nuovo governo di centrodestra. Ma per l’Ue è un errore quello di valutare i risultati elettorali nel Paese come un “giudizio sull’Unione europea”, per Mamer si rischia “una semplificazione estrema della situazione” in corso. In una Unione europea in cui la destra è al potere in Polonia e Ungheria, i conservatori sono al governo in Grecia e si attende la formazione del nuovo governo anche in Svezia, dove la destra ha vinto le elezioni.
Da qui arriva la rassicurazione che Bruxelles “lavora e continua a lavorare per conto dei cittadini europei”, anche quelli italiani. Parole ben ponderate quelle usate da parte del portavoce, per riuscire a mantenere il massimo riserbo possibile sul nuovo governo che si formerà in Italia, esattamente come per tutte le altre consultazioni elettorali. Ma è un fatto che la vittoria del centrodestra e in particolare di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, insieme a quella della destra svedese condizionerà anche gli equilibri interni al Consiglio europeo, dove il compromesso si raggiunge (il più delle volte a fatica) attraverso alleanze e gruppi di blocco.
La destra europea festeggia mentre Meloni diventerebbe il terzo capo di governo appartenente al partito dei Conservatori e riformisti europei (Ecr) insieme al premier polacco, Mateusz Morawiecki, e a quello ceco Petr Fiala, che attualmente detiene anche la presidenza semestrale di turno all’Ue fino alla fine di dicembre. La leader di Fratelli d’Italia è anche storica alleata del premier ungherese Viktor Orbán, che dopo anni passati tra le file del Partito popolare europeo (Ppe) oggi siede tra gli indipendenti dopo esserne uscito. Ma oltre a Meloni, gli occhi di Bruxelles puntati anche sulla Svezia, dove la destra ha vinto le elezioni, e potrebbe nominare conservatore Ulf Kristersson come primo ministro. A quel punto, il Partito popolare europeo diventerebbe il primo gruppo dentro al Consiglio europeo con 8 capi di stato e di governo. Seguono i liberali di Renew Europe con 7 leader, tra cui il presidente francese Emmanuel Macron, e i Socialisti & Democratici con 6, tra cui il portoghese Antonio Costa.