Ungheria, +66 per cento. Lituania, +33 per cento. Estonia e Slovacchia, +32 per cento. Ma soprattutto, aumenti a doppia cifra in venticinque Paesi su ventisette, Italia compresa (+13,5 per cento). E’ il rincaro del solo pane in un anno, da agosto 2021 ad agosto 2022, nei dati Eurostat che offrono una nuova prospettiva della guerra in Ucraina. Perché, per effetto del conflitto, adesso “il pane è più caro che mai”. L’aggressione russa “ha notevolmente turbato i mercati globali” per tutto ciò che riguarda il prodotto simbolo dell’alimentazione e la principale pietanza messa in tavola al ristorante e, soprattutto, nelle case delle famiglie. Cereali, grano, mais, semi oleosi (in particolare girasoli) hanno risentito del conflitto e il risultato è l’impennata senza precedenti dei prezzi. Il risultato è che adesso per comprare filoni, pagnotte, baguette e affini bisogna spendere il 18 per cento in più. Questo è però il dato medio Ue, con rincari superiori alle media in tredici Stati membri.
L’Istituto di statistica europeo rileva sulla scia della guerra “importanti” alimenti di base come il pane “sono diventati notevolmente più costosi”. Il +18% di agosto 2022 rispetto ad agosto 2021 è “un aumento enorme”. Per rendere meglio l’idea, si guarda indietro nel tempo. L’indice inflattivo 2021 rispetto al 2020 era del 3%. L’Europa degli Stati non deve far fronte solo alla crisi energetica, ma anche ad una crisi del pane che rischia di alimentare il malcontento generale. L’accordo raggiunto nell’estate tra Russia e Ucraina per permettere alle navi bloccate da febbraio nel porto di Odessa può giocare un ruolo nel calmierare i prezzi di un prodotto diventato improvvisamente di lusso per molte famiglie europee.
Il dato, va detto, è il risultato anche del conflitto russo-ucraino. L’aumento dei prezzi è iniziato con la pandemia di Covid, con lo ‘spegnimento’ dell’economia. La produzione si è fermata, e nel momento della fine del confinamento la ripresa della domanda ha contribuito a far lievitare i prezzi. Successivamente l’aggressione di Mosca in Ucraina ha aggiunto un ulteriore elemento che a Bruxelles iniziano a guardare con preoccupazione. Il commissario per l’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, prende atto dei dati Eurostat, senza però lasciarsi andare a commenti. Si limita condividerli su Twitter, così come pubblicati dall’istituto che fa capo all’esecutivo comunitario. Un modo per far capire che la Commissione monitora la situazione e che non rimane estranea ad un problema che inizia a porsi come mai prima d’ora.