Bruxelles – Conti in ordine, riduzione del debito, prudenza di spesa, regole. Sanna Marin rilancia il dibattito mai concluso sulle politiche di bilancio confermando una volta di più la tradizionale linea della Finlandia. Un Paese solitamente e tradizionalmente schierato con i governi considerati più inclini al rigore, e la prima ministra finlandese oggi insiste su questo orientamento in nome di una nuova recessione ormai data per scontata alla luce della guerra in Ucraina e del caro-energia. Shock che stanno aumentando la spesa pubblica, a cui Marin non può non guardare con preoccupazione.
“Va ricordato che le nostre economie non sono separate l’una dall’altra“, sottolinea nel suo intervento in Aula. Proprio per le interconnessione che derivano dall’integrazione europea, “quando uno Stato membro sprofonda nella recessione, gli effetti si fanno sentire in tutta l’Unione”. C’è certamente preoccupazione per le prospettive della Germania, ma ci sono inquietudini per un’altra grande economica dell’eurozona. Marin non nomina l’Italia, ma quando invoca “regole di bilancio comuni”, tiene a ricordare come queste servano a “frenare il sovra-indebitamento dei paesi membri e il relativo rischio” contagio.
La prima ministra finlandese mette dunque nel mirino l’Italia, con il secondo debito più elevato dopo la Grecia. Sottoscrive l’invito arrivato dall’Ecofin, pochi giorni fa, a ritornare alla disciplina di bilancio. “È necessaria una politica economica responsabile basata su regole e responsabile”, insiste, “perché solo un’Europa economicamente forte ed economicamente sostenibile ha la capacità di agire in modo indipendente e, se necessario, aiutare anche altri, come l’Ucraina adesso”. Un appello alla Commissione a fare in fretta, a scongelare il patto di stabilità sospeso causa pandemia.
Non vuole un ritorno alle vecchie regole. Invoca una riforma del patto, che “deve tenere conto dell’impatto delle fluttuazioni cicliche sull’economia pubblica e incoraggiare politiche anticicliche che attutino le fluttuazioni cicliche”. Qualcosa che manca. “L’attuale quadro normativo non incoraggia sufficientemente questo”. Marin però insiste su un aspetto a suo giudizio irrinunciabile. “Sono necessarie regole comuni”, a cui tutti devono attenersi. “La responsabilità della politica economica deve continuare ad appartenere agli stessi Stati membri, conformemente ai trattati“. Un messaggio politico, anche per l’Italia che uscirà dalle urne il 25 settembre.
La linea finlandese non può non toccare la questione del bilancio comune, che Sanna Marin non intende stravolgere. Mette in chiaro che un nuovo Recovery Fund per far fronte alla crisi energetica non è preso in considerazione nel suo Paese e nel suo governo. “Lo strumento di ripresa era una soluzione una tantum necessaria e concordata di comune accordo, non un modello per le crisi future“.