Bruxelles – Bionde, ambrate, scure, doppio malto. Le birre europee sono tante e sono sempre di più. Sicuramente in numero di fusti riempiti e bottiglie messe sul mercato. Nel 2021 gli Stati membri dell’UE hanno prodotto 33,1 miliardi di litri di birra, vale a dire il 3 per cento in più rispetto all’anno precedente. Un dato che inverte e corregge l’andamento negativo registrato a causa di crisi sanitaria e confinamento. A trainare la produzione soprattutto la Germania, che si conferma una volta di più leader del settore. Le bionde tedesche, da sole, rappresentano un terzo dell’intera produzione a dodici stelle (33 per cento), con circa 7,5 miliardi di litri. L’Italia, con i suoi 1,3 miliardi di bevanda prodotta, si trova al nono posto, dietro a Germania, Polonia, Spagna, Paesi Bassi, Francia, Romania e Repubblica ceca. I primi quattro Paesi produttori, insieme, rappresentano il 52 per cento del mercato.
La situazione cambia se si considera la classifica dell’export. Qui i ‘padroni’ del mercato sono Paesi Bassi e Belgio, rispettivamente con 1,9 e 1,7 miliardi di litri venduti all’estero. Merito anche dei rispettivi colossi, Heineken (proprietaria, tra gli altri, di Ichnusa, Moretti, Messina, Dreher) e AbInbev (proprietaria, tra gli altri, di Birra del Borgo, Corona, Stella Artois), che controllano diversi marchi rinomati.
Rispetto al 2020 aumenta, e di molto, la produzione di birra analcolica. In totale sono state messi in bottiglia e lattina quasi 1,7 miliardi di litri di birra dal contenuto alcolico pari a zero o inferiore allo 0,5 per cento. Un vero e proprio boom, visto che si tratta di una aumento di quasi il 20 per cento. Un mercato tutto nuovo, tutto made in Ue.