Con un incontro tra i due capigruppo popolare e socialista, Manfred Weber e Martin Schulz, iniziano oggi le consultazioni del Parlamento per trovare una “maggioranza politica stabile” per i prossimi 5 anni della legislatura. Con gli Stati che, benchè continui la battaglia di David Cameron, sembrano ancora avviati all’indicazione per Jean-Claud Juncker, ora al lussemburghese non resta che trovare i voti dell’Aula.
“Nei prossimi cinque anni, l’Unione europea deve costruire il quadro giusto per la crescita e l’occupazione”, per farlo “abbiamo bisogno di una maggioranza stabile al Parlamento europeo in grado di fornire risultati concreti”, ha affermato Weber aggiungendo che “il gruppo popolare vuole impegnarsi nelle prime trattative con il gruppo S&D per gettare le basi per una tale maggioranza”, continuando a dare a intendere che questa maggioranza sarà bicolore.
Nessun accenno ai liberali di Guy Verhofstadt che pure hanno partecipato, seppur da esterni (ma con alcuni commissari di peso come Olli Rehn), alla maggioranza della Commissione uscente, e che da giorni ormai si sono rintanati in uno strano silenzio. Nessun accenno ai Verdi e nemmeno ai conservatori, ormai saldamente terzo gruppo dell’emiciclo.
“Il nostro obiettivo è anche quello di raggiungere un accordo per l’elezione del futuro Presidente del Parlamento”, carica che sarà divisa “per una metà della legislatura ciascuno”, ha continuato Weber. Angela Merkel vorrebbe che quella carica fosse affidata al primo giro a Schulz, non per stima verso il socialista, ma per impedirgli di avere un posto in Commissione, collocazione che per il tedesco sarebbe il principale obiettivo. Quello che è certo è che sono vane le speranze del leader dei deputati conservatori, Sajjad Karim, il musulmano 43enne che sempre oggi presenterà al Parlamento la sua campagna per diventare Presidente dell’Aula. Impossibile che i parlamentari europei siano disposti a fare una tale concessione ai britannici, i primi nemici di Juncker.
“Il gruppo Ppe è per un programma di riforme per il futuro dell’Europa”, ha continuato Weber aggiungendo “non accetteremo modifiche al Patto di stabilità e crescita”, considerato “la nostra linea rossa”. “Lavoreremo – ha assicurato – insieme con il gruppo S&D, sulla base di un programma di lavoro per la prossima Commissione europea. Siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità e vogliamo un Parlamento europeo forte che possa plasmare le decisioni chiave dei prossimi cinque anni”. Secondo Weber “la lezione fondamentale dalle elezioni europee”, è che “l’Europa deve cambiare”. Quello che è certo è che se dovrà essere portato a termine da una Commissione composta da politici dei due grandi schieramenti, arrivati sì primi alle elezioni ma puniti dai cittadini con un pauroso calo di consensi, un cambiamento vero è davvero difficile da immaginare.