Bruxelles – Erano 262 minatori, 136 italiani “soldati di una guerra per la sopravvivenza”. Ha ricordato così i caduti della tragedia di Marcinelle di 66 anni fa il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, presente alla cerimonia di commemorazione in Belgio per ricordare quei migranti italiani che persero la vita nell’incendio nella miniera di carbone l’8 agosto del 1956. Non solo un momento di ricordo, ma un’occasione per ribadire che “chi nega ad altri un futuro nel nostro Paese, rinnega le nostra storia“. Un attacco alle destre che hanno già rispolverato i temi della lotta senza quartiere all’immigrazione, in questa estate di campagna elettorale in vista delle urne il 25 settembre.
Già prima di partire per Marcinelle, il segretario del Pd Letta aveva spiegato sulle colonne del Corriere della Sera i perché del parallelismo tra gli italiani migranti di ieri e le persone migranti verso l’Italia di oggi, proprio in occasione della Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo. “Le catastrofi sono processi di accelerazione della storia che ci lasciano intravedere percorsi già in atto, che facciamo fatica a comprendere nell’immediato, ma sui quali siamo chiamati a spingerci” su più fronti, “economici, sociali, culturali, politici”. Se dopo Marcinelle “il racconto della catastrofe è stato in grado di aprire un varco nella sensibilità delle persone” e di “indicare anche un nuovo inizio, un destino comune, quello fissato nei Trattati di Roma”, 66 anni dopo bisogna considerare sia i 14 milioni di italiani che “si sono trasferiti per periodi medio-lunghi nei vari Paesi europei”, sia “tutti gli altri caduti, in altre viscere, a partire da quelle del Mediterraneo“. Come i 262 minatori di Marcinelle, anche loro sono “soldati di una guerra per la sopravvivenza, di fronte alla quale l’Europa e l’Italia non possono voltarsi dall’altra parte, se vogliamo che le nostre radici, che affondano anche nella terra di Marcinelle, non inaridiscano”, ha esortato Letta.
A #Marcinelle. #8agosto pic.twitter.com/JQ78eiSBbY
— Enrico Letta (@EnricoLetta) August 8, 2022
Proprio in Belgio, seppur a distanza, si è consumato il botta e risposta tra il segretario del Partito Democratico e la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: “Mi vien da dire che dividere invece di unire, su Marcinelle, non lo farebbe nessun capo di governo patriota che ama l’Italia”, è stata la risposta di Letta affidata a un tweet rispetto alle critiche ricevute in un’altra lettera indirizzata al direttore del Corriere, in questo caso proprio di Meloni. “Ritengo che utilizzare la tragica ricorrenza di Marcinelle per comparazioni forzate e strumentali non sia un modo corretto né di ricordare gli italiani di ieri, né di affrontare il tema degli stranieri di oggi”, è stato l’attacco della presidente di Fratelli d’Italia e del Partito dei Conservatori e Riformisti Europei (Ecr), puntando il dito sul “quadro radicalmente diverso da quello dell’attuale situazione dell’immigrazione verso l’Italia”. Meloni ha ribadito nuovamente che “è doveroso ristabilire il principio elementare che in Italia si può accedere e permanere soltanto rispettando le nostre leggi”, concedendo il permesso di soggiorno solo agli aventi diritto allo status di rifugiato.