Bruxelles – “L’attività economica dell’area dell’euro sta rallentando“, ma ciò che conta di più è che gli effetti della guerra in Ucraina “stanno offuscando significativamente le prospettive per la seconda metà del 2022 e oltre“. La Banca centrale europea vede nero. Il bollettino economico della BCE dipinge scenari di crisi. Inflazione alle stelle, perdita di potere d’acquisto da parte delle famiglie, la possibilità di un prolungamento del conflitto, la frenata dell’economia globale, il deprezzamento della moneta unica. Sono tutti gli ingredienti di una ricetta altamente esplosiva, che rischia di riportare l’eurozona in un recessione profonda.
“L’aggressione ingiustificata della Russia nei confronti dell’Ucraina è un freno continuo alla crescita”, denunciano gli analisti di Francoforte. “L’impatto dell’elevata inflazione sul potere d’acquisto, i continui vincoli di offerta e la maggiore incertezza stanno avendo un effetto frenante sull’economia”. A questo si aggiungono le imprese, che “continuano a dover far fronte a costi più elevati e interruzioni nelle loro catene di approvvigionamento, sebbene vi siano timidi segnali di allentamento di alcuni colli di bottiglia dell’offerta”. Difficoltà dell’offerta, sofferenza sul lato della domanda. Già adesso l’Eurozona è in una situazione tanto delicata quanto critica. Una più rapida decelerazione della crescita globale “rappresenterebbe un rischio anche per le prospettive dell’area dell’euro”, aggravando ancor più la situazione.
Serve una fine del conflitto, e questo la BCE lo chiarisce una volta di più. “Un prolungamento della guerra in Ucraina rimane una fonte di significativo rischio al ribasso per la crescita“. Ciò è ancor più vero “se l’approvvigionamento energetico dalla Russia dovesse essere interrotto a tal punto da portare al razionamento per le imprese e le famiglie”. Sullo sfondo, comunque, “i costi energetici e alimentari potrebbero rimanere costantemente superiori alle attese“. Anche per questo si riconsiderano significativamente le prospettive di crescita per la seconda metà del 2022 e oltre.
Di fronte a questa situazione, e alla necessità di puntellare l’economia, resta anche la preoccupazione lo stato delle finanze pubbliche. La Bce torna a insistere sulla necessità che “le politiche di bilancio in tutti i paesi dovrebbero mirare a preservare la sostenibilità del debito, nonché ad aumentare il potenziale di crescita in modo sostenibile per favorire la ripresa”.