Bruxelles – Gazprom taglia ancora il gas all’Europa. Il gigante russo del gas ha fatto sapere ieri che a partire da domani (27 luglio) rimarrà ferma per manutenzione un’altra turbina del gasdotto Nord Stream 1, la principale infrastruttura per il trasporto del gas russo verso il Continente, che collega i giacimenti di gas siberiani direttamente alla Germania settentrionale attraverso il Mar Baltico e a capacità massima può trasportare 55 miliardi di metri cubi di gas verso il Contintente.
L’infrastruttura era rimasta ferma in manutenzione programmata dall’11 al 21 luglio, facendo temere all’Unione europea che i flussi non sarebbero più ripartiti dopo quella data nel contesto delle tensioni con Mosca per la guerra in Ucraina. I flussi sono poi ripartiti, se pure a capacità ridotta a circa il 40 per cento a causa, secondo quanto comunicato dalla Russia, della mancata restituzione di una prima turbina che, nei mesi scorsi, era stata spedita in Canada per essere riparata in uno stabilimento della società Siemens. A partire da mercoledì il gigante fermerà un’altra turbina con la conseguenza che i flussi di gas in arrivo da lì scenderanno al 20 per cento della capacità totale del gasdotto (pari a circa 33 milioni di metri cubi di gas al giorno).
Da settimane il gigante energetico russo allude a questioni tecniche e di manutenzione programmata per giustificare la riduzione delle forniture, ma Bruxelles è convinta che sia una scusa per interrompere, se pure gradualmente, le forniture all’Europa come ritorsione per le sanzioni europee varate contro Mosca dopo l’invasione dell’Ucraina. Mosca è il principale fornitore di idrocarburi al Continente, prima della guerra rappresentava il 40 per cento delle forniture di gas importate, che con l’inizio della guerra si sono ridotte al 28 per cento. Bruxelles sa che le interruzioni di gas non hanno origine tecnica ma sono di natura strumentalmente politica. “Non ci sono ragioni tecniche” per ridurre la fornitura di gas russo da parte di Gazprom, “è un passo motivato politicamente e dobbiamo essere pronti”, ha detto la commissaria europea per l’Energia, Kadri Simson, in arrivo al Consiglio straordinario dei ministri dell’Energia in corso oggi a Bruxelles, in cui i ministri europei dovranno accordare il via libera alla proposta della Commissione di tagliare del 15 per cento la domanda di gas (sulla base della media dei consumi degli ultimi cinque anni) tra il primo agosto e il 31 marzo. “Per questo la riduzione preventiva della nostra domanda di gas è una strategia saggia”, ha aggiunto.
“L’inverno sta arrivando e non sappiamo quanto sarà freddo, ma sappiamo per certo che (il presidente russo Vladimir) Putin continuerà con i suoi ricatti attraverso le forniture di gas”, ha sottolineato anche il ministro dell’industria, del commercio e dei trasporti della Repubblica ceca, Jozef Sikela, in arrivo al Consiglio. “Dobbiamo preparare e proteggere le nostre famiglie e le nostre economie. La Russia non sarà mai un partner affidabile e solo ieri Gazprom ha annunciato nuovi tagli alle forniture di gas”, ha ricordato, sottolineando che “questa è solo un’altra prova del fatto che dobbiamo ridurre la nostra dipendenza dalla Russia il prima possibile, se saremo in grado di farlo tutta l’Europa ne trarrà vantaggio”.