Bruxelles – Il taglio totale delle forniture di gas russo “è un’eventualità che non ci auguriamo di dover fronteggiare, ma per cui dobbiamo prepararci”. Paolo Gentiloni cerca di restare ottimista ma fa fatica, e con lui l’intero collegio dei commissari. Il responsabile per l’Economia del team von der Leyen è consapevole che il peggio è dietro l’angolo, e come i suoi colleghi è al lavoro per cercare di limitare i danni, che si temono gravi. Per questo conferma che l’esecutivo comunitario “sta valutando la possibilità, in caso di emergenza, di mettere sul tavolo proposte per un tetto ai prezzi del gas”.
Non sarà un provvedimento immediato, “non è qualcosa che si realizzerà in pochi giorni, ma qualcosa da considerare per scenari straordinari futuri”, si affretta a precisare Gentiloni. Va studiato bene, con attenzione, per evitare effetti indesiderati come reazioni scomposte dei mercati e nuove, ulteriori, spinte inflattive. Ma si lavora, con l’auspicio di non dover attuare mail piano di emergenza.
La sensazione che però si sia già in una situazione emergenziale è rappresentata dalla realtà dei fatti. Nel corso degli ultimi mesi, riconosce l’ex primo ministro, “alcuni dei rischi che avevamo previsto si sono materializzati, e tra questi avevamo citato le tensioni sui mercati energetici”. Che ora rimettono tutto, ma davvero tutto, in discussione. Perché una decisione di Gazprom di chiudere del tutto i rubinetti “porterebbe l’economia dell’UE in recessione nella seconda metà di quest’anno e deprimerebbe ulteriormente l’attività economica l’anno prossimo”, già ridimensionata, e non di poco. E’ quello che a Bruxelles definiscono lo “scenario grave”, e che alla luce degli eventi recenti, “è diventato più di un semplice scenario ipotetico, al quale dobbiamo prepararci”.
A prescindere dalle mosse del Cremlino e della sua controllata energetica, è anche l’andamento dei listini a destare preoccupazione a Bruxelles. Alla fine giugno, rileva Gentiloni, il gas veniva scambiato a oltre 140 euro per megawattora, “più di sei volte il prezzo di un anno prima”. Il prezzo ha continuato a salire “raggiungendo 173 euro per Megawattora il 12 luglio”. E non finisce qui, perché i futures su gas ed elettricità “indicano sostanziali pressioni al rialzo rispetto alle previsioni di primavera, in particolare fino al prossimo inverno”. Anche per questo un’operazione per calmierare i prezzi risulta non più ignorabile, ed un tetto ai prezzi della risorsa va messa nell’arsenale degli strumenti per rispondere a ciò che potrebbe essere e che si auspica non sarà.