L’Italia è la maglia nera europea per la qualità dell’aria, e si sa, la salute dei cittadini è direttamente legata alla salvaguardia ambientale, quindi: aria sporca uguale persone malate.
Lo spiega un rapporto presentato oggi dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA) che rivela come il nostro paese, assieme ad altri come, Polonia, Slovacchia e Turchia, abbia superato più e più volte nel corso del 2010 il valore limite annuale di PM10, comunemente conosciute come “polveri sottili”, consentito dalla direttiva europea del 2005. Gli studi pubblicati fanno riferimento a dati raccolti dal 2001 al 2010, 10 anni durante i quali l’Italia non è stata l’unica a sforare i limiti imposti alla presenza di particelle, ma è di certo tra i paesi meno virtuosi.
Anche se le particelle che causano l’inquinamento atmosferico tendono a spostarsi con notevole facilità, gli effetti peggiori si riscontrano sempre nei pressi della fonte. La Valle del Po, ad esempio, è evidenziata dallo studio come una delle zone a più alta quantità di benzene nell’aria.
Come molteplici sono le cause così diversi sono gli effetti che un’aria malsana può portare. I terreni rischiano l’eutrofizzazione (crescita eccessiva di piante e alghe nell’acqua) e l’acidificazione per il troppo monossido di azoto. Per i cittadini l’esposizione a eccessive quantità di ozono può provocare problemi all’apparato respiratorio e condurre a morte prematura. Secondo la stessa AEA inoltre il particolato (PM) costituisce il maggior rischio per la salute dovuto all’inquinamento atmosferico nell’UE e anche questo nei casi più gravi può portare alla morte. Non sorprende dunque che in un profilo dell’Italia stilato nel 2009 l’Organizzazione Mondiale per la Salute abbia stimato sino a 8.000 il numero di morti l’anno a causa dell’inquinamento dell’aria, dieci volte meno delle vittime del fumo, ma quasi il doppio dei decessi per incidenti stradali.
Negli ultimi anni le emissioni di diverse sostanze inquinanti sono diminuite, il che ha contribuito ad un miglioramento della qualità dell’aria in alcune aree, ma i problemi persistono e saranno richiesti sempre maggiori sforzi per tornare a livelli di sicurezza. A fine anno l’AEA pubblicherà un’analisi retrospettiva che verificherà il raggiungimento degli obiettivi europei, ma Bruxelles sta già preparando per il 2013 una revisione della normativa dell’UE sulla qualità dell’aria che prevederà paletti ancora più stringenti.
Una volta dettate le nuove regole starà all’Italia rispettarle, per la salute dei cittadini, e anche per evitare l’ennesima procedura di infrazione.
Camilla Tagino