Strasburgo, dall’inviata – Essere audaci e avere il coraggio di intervenire sui mercati energetici, quando smettono di funzionare e di essere utili ai cittadini. E’ dall’emiciclo di Strasburgo, dove è in corso fino a giovedì la sessione plenaria dell’Europarlamento, che il premier greco Kyriakos Mitsotakis torna a insistere sulla necessità di un intervento a livello europeo di tipo strutturale sul mercato elettrico dell’Ue, di fronte alla crisi dei prezzi dell’energia che attanaglia l’Europa.
“Dobbiamo svincolare il prezzo dell’energia elettrica proveniente dal gas naturale da quella di altre energie”, ha spiegato Mitsotakis, intervenendo su una questione quanto mai aperta in Europa e dicendosi contento che “finalmente la Commissione sta lavorando al dossier”. Proposte da parte della Commissione europea su come intervenire massicciamente sul mercato energetico europeo per frenare l’aumento dei prezzi sono attese subito dopo l’estate. Dopo aver mostrato di avere più di una riserva sull’intervento sul mercato di tipo strutturale, l’esecutivo comunitario ha acconsentito infine a esplorare tutte le possibilità per frenare i prezzi dell’energia, tra l’introduzione di un tetto massimo al prezzo dell’energia (il price-cap), su cui spinge anche l’Italia, e la possibilità di spingersi oltre con una più ampia riforma del mercato elettrico, che secondo Bruxelles oggi non funziona più.
E ad oggi la Commissione propende più per il disaccoppiamento dei prezzi sul mercato, che sul price-cap tanto richiesto dall’Italia. E’ emerso chiaramente nelle parole della presidente, Ursula von der Leyen, a conclusione dell’ultimo Vertice europeo del 23-24 giugno. Anche per il premier greco è la soluzione più strutturale che si possa pensare alla luce di quanto l’Europa sta sperimentando con la guerra in Ucraina che la costringe ad affrancarsi dal principale fornitore di gas.
“Lo dico da liberale”, ha precisato Mitsotakis, come a ricordare che l’approccio economico liberista è quello che fugge da ogni tipologia di intervento pubblico sul mercato. Ma “sono in grado di rendermi conto della situazione e chiedere un intervento pubblico quando i mercati smettono di essere fonte di beneficio per i suoi cittadini”, ha continuato il primo ministro. Necessario continuare il lavoro per “un’economia verde con zero emissioni, ma dobbiamo capire come arrivarci, come accelerare la transizione senza mandare in crisi le famiglie europee. Soprattutto tenendo conto che andiamo verso l’inverno”, ha aggiunto. Che la Commissione europea sta lavorando al dossier per una riforma del sistema dei prezzi dell’energia lo ha confermato oggi ai microfoni della tv francese Bfm la vicepresidente per la concorrenza, Margrethe Vestager. “Stiamo analizzando se sia possibile un calcolo diverso (tra i prezzi del gas e delle altre energie) per moderare questo mercato finché durerà la crisi”, ha spiegato.
Mitsotakis è intervenuto a Strasburgo nel corso del ciclo di dibattiti “Questa è l’Europa”, un’iniziativa periodica organizzata dal Parlamento europeo (a cui qualche settimana fa ha preso parte anche il premier italiano Mario Draghi) per far confrontare gli eurodeputati con tutti e 27 i capi di stato e di governo sulle sfide prossime che attendono l’UE. E nel prossimo futuro dell’Unione c’è proprio la sfida della sicurezza energetica, che per il premier greco è anche e soprattutto una sfida sociale. L’aumento dei prezzi dell’energia e dei beni alimentari “crea sconvolgimenti nella società ed è una miccia che può riaccendere il populismo, che offre soluzioni semplici a problemi complessi”, ha messo in guardia, sollecitando “l’Europa a definire una politica di indipendenza dai fossili russi”. Al tempo stesso – ha aggiunto – “deve spegnere l’incendio della crisi energetica e trasformarsi in un attore strategico di peso nel mondo”.
Il premier ha poi ricordato il ruolo della Grecia per la sicurezza degli approvvigionamenti del Continente: “Siamo un hub di raccolta per le energie rinnovabili ma non guardiamo solo ai nostri bisogni di approvvigionamento, anche ai Balcani e all’Europa orientale, stiamo spingendo le nostre connessioni con Cipro, Egitto e Israele in modo che tutto il nostro continente abbia a disposizione energia pulita a basso costo dall’Africa e dal Medio Oriente”. Dello stesso avviso la presidente dell’Europarlamento, Roberta Metsola, che aprendo il confronto con il premier greco ha ricordato che la Grecia diventerà “un hub energetico connettendo la rete elettrica con il Medio Oriente e Africa, presto accoglierà le importazioni di energie rinnovabili a basso costo in Europa”.