Bruxelles – Italia, Austria e Germania. E ancora Repubblica ceca, Ungheria, Polonia, Slovenia, Croazia e Slovacchia. Sono nove in tutto i Paesi dell’Europa centro-orientale che insieme a Ucraina e Moldova saranno coinvolti nella seconda task force su base regionale della piattaforma di acquisto congiunto di energia dell’UE, nata per far fronte ai tagli di forniture da parte della Russia il primo fornitore di gas all’Europa.
Come è stato per l’acquisto dei vaccini durante la pandemia COVID-19, Bruxelles ha istituito una piattaforma a cui gli Stati membri possono aderire su base volontaria per negoziare e cercare approvvigionamenti di gas (e poi anche idrogeno e gas naturale liquefatto) prima del prossimo inverno per sostenere gli Stati membri e mantenere anche i prezzi più contenuti potendo gestire la domanda. Il lavoro della piattaforma è organizzato attraverso una serie di task force che saranno istituite su base regionale: la prima è nata a Sofia, in Bulgaria, per monitorare il fabbisogno di gas ed elettricità, i prezzi e i flussi, nonché gli aspetti infrastrutturali del passaggio del gas in Bulgaria e con i vicini dell’Europa sudorientale. Una decisione che è arrivata in fretta e fuori dopo l’inizio dell’interruzione delle forniture di gas a Sofia e verso la Polonia.
Dopo quei primi tagli da Mosca, oggi i Paesi che hanno subito un taglio alle forniture energetiche da parte della Russia sono molto più numerosi e sull’ordine della dozzina, compresa l’Italia. Per questo venerdì primo luglio con una riunione ministeriale a Praga, in Repubblica ceca, è nata la seconda task force che andrà a coprire l’area centro-orientale dell’Europa, estese anche a Ucraina e Moldova. Secondo i piani della Commissione europea seguiranno altre task force regionali, tra cui nord-ovest, sud-ovest e paesi baltici.