Bruxelles – Presto i negoziati per una nuova direttiva sul telelavoro che includa il diritto alla disconnessione. A dare l’annuncio la Confederazione europea dei sindacati (Etuc), insieme a BusinessEurope, Sgi Europe (Servizi di interesse generale Europa) e all’Associazione europea dell’artigianato e delle piccole e medie imprese (SmeUnited). I rappresentanti dei sindacati e delle imprese europei firmeranno domani (martedì 28 giugno) un programma di lavoro per il 2022-2024 riassumibile in sei punti.
Il primo riguarda proprio il lavoro da remoto e il diritto alla disconnessione (right to disconnect), un tema su cui il Parlamento Europeo si era già espresso in una risoluzione del gennaio 2021, a un anno esatto dallo scoppio della pandemia. Se infatti prima del Covid-19 solo il 5 per cento dei lavoratori europei lavorava da casa, con l’imposizione dei lockdown a sperimentarlo sono stati oltre 200 milioni di cittadini dell’Ue, circa la metà della sua popolazione. Nei primi mesi della pandemia, il 30 per cento di questi era operativo anche oltre l’orario di lavoro. Oggi è difficile concepire il futuro del lavoro senza modalità più ‘smart’. Da qui la richiesta del Parlamento Europeo di riconoscere il diritto alla disconnessione.
Il momento potrebbe arrivare presto: le trattative annunciate dai sindacati e dalle imprese europei dovrebbero portare all’aggiornamento dell’Accordo quadro sul telelavoro del 2002 – il documento che ne definisce le modalità – “da proporre come accordo giuridicamente vincolante tramite direttiva”, come riporta la nota congiunta emessa dalle diverse parti sociali. Presiederà inoltre la firma il vicepresidente esecutivo Valdis Dombrovskis. Per quanto le direttive restano strumenti vincolanti per gli Stati membri solo negli obiettivi e non nelle modalità di esecuzione, con possibili difformità attuative.
Gli altri punti del programma di lavoro toccano le principali sfide del lavoro del futuro: la transizione verde, l’occupazione giovanile, la privacy e la sorveglianza sul lavoro, come migliorare il matching delle competenze e i progetti di sviluppo in Europa. Nel caso della transizione verde le trattative puntano ad esempio a un quadro di azioni perché la transizione crei posti di lavoro e sostenga le imprese e i lavoratori che si adattano al cambiamento. “Questo accordo è ambizioso negli obiettivi che si prefigge di raggiungere”, ha commentato il segretario generale di Etuc, Luca Visentini: “Si occupa di molte delle maggiori sfide che i lavoratori e le imprese si trovano ad affrontare oggi”. Anche il direttore generale di BusinessEurope, Markus J. Beyrer, ha dichiarato: “Questo programma di lavoro dimostra uno sforzo e un impegno condiviso in un periodo di rapidi cambiamenti del mercato del lavoro”.