Bruxelles – Energia e inflazione, rincaro dei prezzi energetici e ricadute per famiglie e imprese. Il tema è presente nell’agenda del vertice dei capi di Stato e di governo dell’UE, che provano però a tenerlo sullo sfondo. La questione dell’allargamento ha portata politica piuttosto ampia, e già questo ha indotto i leader a convenire di non aprire un altro capitolo di discussione sostanziosa e comunque non semplice. E’ formalmente nell’ordine dei lavori, ma slegato dal dibattito sull’Ucraina e relegato nel dibattito sulla questione economica. Ne discute l’Eurosummit e non il Consiglio europeo. I Ventisette vorrebbero cercare di rinviare la questione. “Sarà centrale nel meeting di ottobre”, assicurano addetti ai lavori. Ma a Bruxelles ci si prepara anche all’eventualità di un nuovo vertice, straordinario, da tenere a luglio, se le cose dovessero mettersi male. Perché, confidano addetti ai lavori, ” le riduzioni di Gazprom non sono passate inosservate”.
Alla natura squisitamente di agenda – si va verso una storica decisione di estendere il processo di allargamento verso Ucraina, Georgia e Moldova – si aggiungono motivazioni politiche e tecniche dietro la decisione di provare a non affrontare la questione energetica in maniera approfondita e lasciarla sullo sfondo. Da una parte c’è la consapevolezza che non si è pronti ad affrontare l’eventualità che Mosca chiuda i rubinetti del gas. “Se si mette sul tavolo il problema senza avere una soluzione si offre una figura di debolezza”, spiegano nella capitale dell’UE. Serve dunque tempo per cercare di mettere a punto una strategia nel caso dello scenario peggiore, che non nessuno auspica ma che non si sente di escludere.
Ma c’è anche un aspetto ulteriore, che riguarda la definizione di un meccanismo di tetto ai prezzi della bolletta elettrica, tema su cui l’Italia continua a spingere e su cui ci si attende che Mario Draghi continuerà a dare enfasi nell’incontro di domani e venerdì (23 e 24 giugno). Perché mentre tutti i partner dello Stivale insistono sulla minaccia rappresentata dalla strumentalizzazione del cibo, con le navi ferme nel porto di Odessa, la delegazione tricolore vuol far passare il messaggio che lo stesso avviene “pure con l’energia”. Ed è per questo motivo che si tornerà a chiedere un price cap e alla Commissione europea di “accelerare il suo lavoro” su questo.
Il tema resta comunque estremamente delicato, con molti Paesi convinti che procedere in tal senso potrebbe portare altri, ulteriori problemi di mercato con conseguenze sulla bolletta. Dunque si cerca di rinviare un dibattito che rischia di produrre pochi risultati concreti e uno sfilacciamento degli Stati membri. L’Italia tenta di ottenere quanto meno un richiamo alle conclusioni del vertice di maggio, in cui si dà mandato all’esecutivo comunitario di esplorare la possibilità di strumenti e meccanismi che consentano di “tagliare i prezzi dell’energia”. Dunque il tema ufficialmente sullo sfondo vuole essere comunque tenuto vivo.