Bruxelles – La sinistra ecologista mette paura a Emmanuel Macron. Complice anche un astensionismo record (52,4 per cento), la coalizione NUPES (La France insoumise, Partito socialista, Verdi, Partito comunista) guidata dal leader del partito La France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon, tiene testa al partito del presidente francese al primo turno delle elezioni legislative. Ensemble! conquista il 25,7 per cento delle preferenze, avanti di 0,9 punti percentuali rispetto agli sfidanti della gauche che ora insidiano la leadership di Macron all’Assemblea nazionale, la camera bassa del Parlamento francese, e rischiano di riscrivere gli equilibri politico-istituzionali della Repubblica. Lo spoglio conferma il testa a testa, con gli sfidanti dati addirittura davanti per qualche istante, tanto da indurre Mélenchon a dichiarare che la sua coalizione è ora prima forza del Paese.
Macron dispone della maggioranza assoluta del ramo parlamentare (346 seggi su 577), e i dati al momento non escludono che possa essere mantenuta. Ma tutto dipenderà dal secondo turno, in programma domenica prossima (19 giugno). A poco, fin qui, sembra essere servita una campagna elettorale all’insegna di slogan volti a sottrarre voti a destra come a sinistra. Il presidente ha chiamato a raccolta gli elettori invitando a votare in nome di «unità e coesione, indipendenza francese», nel chiaro intento di rosicchiare consensi a destra, al Rassemblement National di Marine Le Pen, così come l’invito a «fare della Francia una grande nazionale ecologica» intende confermare la corsa ‘green’ a scapito della sinistra-ecologista.
Faisons le choix de l’unité et du rassemblement. Le choix du plein emploi, de l’indépendance française, du pouvoir d'achat. Ensemble, faisons de la France une grande Nation écologique, transformons notre école, changeons notre système de santé. pic.twitter.com/B4fFS9qZRI
— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) June 9, 2022
Il voto del 19 giugno servirà a capire come continuerà la Francia. Il dato politico certo è che la maggioranza assoluta (289 seggi) per il partito del presidente è minacciata. Le prime proiezioni indicano che i seggi a disposizione di Macron potrebbero oscillare tra 255 e 295. Una forchetta che indica dunque tutte le insidie del caso. Dall’altra parte Mélenchon non sembra comunque disporre della forza necessaria per conquistare il governo e imporre al presidente una coabitazione che limiterebbe i poteri dell’inquilino dell’Eliseo. In Francia, repubblica semi-presidenziale, il presidente ha pieno poteri quando il governo è dello stesso colore politico del vincitore delle presidenziali, viceversa con espressioni diverse il presidente ha manovra più limitata. Questo, dati alla mano, non è ancora il caso per Macron. Ad ogni modo il modello Macron esce dalle urne con qualche certezza in meno. In attesa del secondo turno.