Bruxelles – Diritto all’aborto, nell’UE come nel resto del mondo, Stati Uniti compresi. L’Aula del Parlamento europeo irrompe nel dibattito politico domestico e non solo con una risoluzione che condanna il deterioramento dei diritti e della salute sessuale e riproduttiva delle donne nel mondo, e riproponendo un tema da sempre nell’agenda politica a dodici stelle. Il testo, non legislativo e non vincolante, intende mandare un messaggio politico a quei governi che ancora sono indecisi o riluttanti su un tema considerato come espressione di tutela della salute e della dignità. Con 364 voti favorevoli, 154 contrari e 37 astensioni si intende rinnovare attenzione e pressione per aperture e concessioni ancora troppo poco diffuse.
Nell’UE il diritto all’aborto è riconosciuto quasi ovunque. Non è previsto in nessun caso a Malta, e solo in alcuni casi limite in Polonia, per questo al centro di frizioni tutte a dodici stelle per le politiche in materia. Ma il testo che invita tutti i Paesi dell’unione a depenalizzare l’interruzione della gravidanza, investe soprattutto il dibattito statunitense. Oltre oceano la Corte suprema degli Stati Uniti deve pronunciarsi in materia, e si teme che si possa cancellare il dispositivo della sentenza Roe v. Wade del 1973 che protegge il diritto all’aborto nella Costituzione federale. Da qui l’invito del Parlamento europeo al presidente Biden ” a garantire l’accesso all’aborto sicuro e legale”.
La posizione dell’Eurocamera è molto delicata per la delicatezza di un tema, legato alla coscienza prima ancora che alla politica, e perché entra in modo diretto nelle questioni nazionali di altri attori indipendenti e sovrani. Non mancano, per questo, critiche, come quella espressa dall’europarlamentare, Simona Baldassare, responsabile del dipartimento Famiglia della Lega. “Il Parlamento europeo compie l’ennesimo scempio ideologico”, e questo perché “non ha alcuna autorità in materia di aborto, che resta una competenza esclusiva degli Stati membri, figuriamoci nei confronti di uno stato sovrano come gli Stati Uniti, che neanche fa parte dell’UE”.
Gli europarlamentari ne fanno una questione di salute. “Pressoché tutti i decessi derivanti da aborti non sicuri si verificano in paesi in cui l’aborto è gravemente limitato”, le considerazioni alla base della risoluzione messa al voto. Secondo le stime, il numero annuo di decessi materni negli Stati Uniti dovuti ad aborti non sicuri “aumenterebbe del 21%” entro il secondo anno successivo all’entrata in vigore di un divieto. Più in generale, che si parli di Stati Uniti o di altre realtà, “divieti e le altre restrizioni all’aborto colpiscono in modo sproporzionato le donne in condizioni di povertà”, a causa di ostacoli finanziari o logistici.